Non funziona così il boicottaggio dei prodotti turchi: 868 e 869 non sono informazioni sufficienti

Boicotta i prodotti della Turchia, evita di acquistare tutti quei pezzi che – sul proprio codice a barre – hanno il codice di tracciamento che inizia con 868 e 869. È questo il messaggio che si sta diffondendo principalmente attraverso le catene su WhatsApp, ma anche in gruppi e pagine Facebook. La tentazione è quella di «farla pagare a Erdogan» bloccando, nel nostro piccolo, l’economia dello stato turco. Un po’ l’applicazione, in scala ristretta, di quanto affermato da Donald Trump che, dopo aver ritirato le truppe statunitensi e aver dato di fatto il via libera all’invasione della Siria, ha cercato di rimediare minacciando ripercussioni serie sull’economia della Turchia.

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Boicottare Turchia, la strategia che però non funziona

Ma i codici a barre che iniziano con 868 e 869 non servono a tracciare prodotti made in Turchia. O, meglio, potrebbe non bastare questa semplice indicazione per stabilire la provenienza del prodotto. Il codice, ad esempio – come ha ricordato anche David Puente nel suo fact checking per Open – può riportare anche il Paese di ultimo approdo del prodotto, dove sono state lavorate le materie prime che, invece, potrebbero provenire da uno Stato diverso e da altre economie.

Boicottare Turchia: il metodo non è corretto

I codici, in effetti, sono i cosiddetti Codici EAN (che danno qualche informazione sull’ultimo Paese di approdo). Per l’Italia i codici Ean sono 800-839. Ma non possiamo definirli effettivamente come codici che segnalano la provenienza del prodotto. Quindi, non acquistare quel materiale con il codice a barre con EAN della Turchia potrebbe causare danni ad altri Paesi da dove provengono le materie prime.

Ma, poi, siete sicuri che non acquistando prodotti turchi si colpisca direttamente lo Stato di Ankara e non aziende che siano andate in Turchia a lavorare?

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