Bill Gates spiega che i tamponi negli Usa sono inutili e che Trump non racconta la verità

31/07/2020 di Redazione

A cosa servono 738mila tamponi al giorno se poi i risultati di questi ultimi non arrivano in tempo per identificare nuovi focolai? Questa, nella sostanza, è l’accusa che Bill Gates sta lanciando all’amministrazione di Donald Trump, che non sta agendo in maniera ordinata nella gestione dell’emergenza coronavirus. Uno dei punti di forza sbandierati dall’attuale presidente degli Stati Uniti, infatti, consiste proprio nella gestione dei tamponi: più volte l’inquilino della Casa Bianca ha affermato che gli Usa sono la nazione che riesce a fare più tamponi e che, per questo motivo, si registrano più casi di contagio che nel resto del mondo.

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Bill Gates e i tamponi inutili negli Stati Uniti

Ma Bill Gates, intervistato dalla Cnbc, spiega che in realtà il problema degli Stati Uniti è molto più grave: il quantitativo dei tamponi è troppo elevato per essere processato dai vari laboratori in tempo utile per individuare nuovi focolai. I risultati, infatti, di solito arrivano più di 48 ore dopo il test, impedendo così di avere un quadro chiaro della situazione sulla diffusione del contagio in tempo reale.

«Quei test sono uno spreco completo – ha detto Bill Gates -. E per tutti questi numeri su quanto testiamo, la maggior parte è solo uno spreco completo. Quei test con i risultati così in ritardo dovrebbero essere rimborsati dal servizio sanitario».

Il quadro delineato dal fondatore di Microsoft sembra essere drammatico: troppi tamponi, troppo ritardo nel processarli, laboratori in sofferenza e contagi che quotidianamente sono esponenziali. Gli Usa hanno perso il controllo del coronavirus, con 4,5 milioni di contagi e 154mila vittime in totale. Nelle ultime 24 ore i casi sono saliti di 74mila unità, mentre i decessi continuano a essere nell’ordine dei 1400 casi al giorno.

L’attacco mediatico contro Bill Gates

Per questo, diverse società di monitoraggio, diversi brand di informazione e lo stesso Bill Gates si stanno iniziando a interrogare sui problemi della catena che sta all’origine del tracciamento. Le accuse a Bill Gates, in ogni caso, non vengono risparmiate neanche oggi sui social network. Sono ormai note le teorie – che non hanno una base di fondamento – in base alle quali le attività filantropiche di Bill Gates vengono messe in correlazione con un suo presunto interesse nella diffusione del contagio, con lo scopo di produrre un vaccino che possa, in qualche modo, permettere al miliardario di esercitare una sorta di controllo sulla popolazione.

Bill Gates è finito nel tritacarne mediatico della propaganda pro-Trump, ma di quella più complottista e fuori controllo: in centinaia sono gli account che diffondono bufale e disinformazione sul fondatore di Microsoft.

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