Bibbiano, il caso della consigliera M5S che si è dimessa per difendere una delle indagate

21/07/2019 di Enzo Boldi

Strumentalizzare, strumentalizzare, strumentalizzare. Mentre vanno avanti le indagini sul caso Bibbiano e gli affidamenti illeciti nei comuni della Val d’Enza, la politica si è resa protagonista della solita propaganda sulla pelle dei bambini coinvolti. Si è accusato tutto il Pd per il coinvolgimento del sindaco della cittadina reggiana Andrea Carletti (che, però, è stato iscritto nel registro degli indagati solo per abuso d’ufficio per aver concesso una stanza di un edificio pubblico al servizio di assistenza sociale, quindi non per l’inchiesta che ha coinvolto gli psicoterapeuti), per poi scoprire che lo stesso Movimento 5 Stelle, poco prima dello scandalo giudiziario, aveva fatto una donazione alla onlus coinvolta in questo scandalo.

Dopodiché, ma Di Maio di questo non parla, c’è la consigliera comunale M5S a Reggio Emilia – anche ex candidata sindaca pentastellata che raccolse il 14% dei voti – che si è dimessa dal suo ruolo istituzionale per difendere una delle indagate nel caso Bibbiano: Rossella Ognibene che, come professione principale dopo un lungo percorso di studi, fa l’avvocato. Per questo motivo, nonostante la sua adesione politica, ha deciso di mettere da parte il suo ruolo istituzionale, dimettersi e diventare il legale difensivo di Federica Anghinolfi, la responsabile dei servizi sociali di tutta la Val D’Enza finita ai domiciliari e accusata dalla Procura di Reggio Emilia di essere una delle figure di spicco degli affidamenti illeciti.

Bibbiano e la consigliera M5S che so dimette per difendere un’indagata

Una decisione, quella di Rossella Ognibene, legittima: le indagini, infatti, sono ancora a una fase iniziale e – nonostante Di Battista abbia già pronto un libro sul caso scoppiato meno di un mese fa – il suo lavoro di avvocato l’ha portata a prendere le difese di una delle accusate in questa dolorosa e lunga inchiesta partita dall’inchiesta ‘Angeli e Demoni’. Insomma, una politica del Movimento 5 Stelle che diventa la rappresentante legale di una delle accusate del caso Bibbiano fa riflettere molto sulla strumentalizzazione fatta dagli stessi pentastellati -in particolare dal loro leader – contro il Partito Democratico. E in questa linea deve far riflettere la provocazione della giornalista Arianna Ciccone.

Parola d’ordine: strumentalizzare

Si tratta, come detto, di una provocazione che si fonda su dati concreti e non sulla propaganda politica fatta nelle ultime settimane da parte del Movimento 5 Stelle e non solo. Un paradosso che pone a dire: come si fa a parlare del Pd come ‘Il partito di Bibbiano’ quando una consigliera M5S addirittura si dimette per difendere una delle persone indagate? La risposta è semplice: si parla di omertà a targhe alterne, strumentalizzando l’orribile caso Bibbiano ed ergendosi a paladini della giustizia. Nessun partito, come le pagine dell’inchiesta raccontano, è coinvolto in prima persona nelle vessazioni dei minori, nel lavaggio del cervello e negli affidamenti illeciti. E lo sa anche il Movimento 5 Stelle dato che una sua esponente ha perfino rinunciato al suo ruolo istituzionale per difendere una delle indagate principali.

(foto di copertina: da profilo Facebook di Rossella Ognibene)

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