La storia degli italiani in fila davanti al banco dei pegni in diverse città
20/04/2020 di Redazione
C’è la fila davanti al monte dei pegni. C’era a Torino, nel reportage realizzato dal quotidiano La Stampa, c’è a Palermo nel servizio che il 20 aprile ha mandato in onda il Tg1 nella sua edizione della sera. Tante persone che impegnano i propri gioielli e alcuni oggetti di famiglia pur di cercare di superare la crisi economica conseguenza dell’epidemia di coronavirus. Le telecamere del principale notiziario della rete ammiraglia sono entrate in un banco dei pegni a Palermo, dove gli operatori hanno parlato di forti incrementi di accessi negli ultimi giorni, nonostante le prescrizioni per il distanziamento sociale.
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Banco dei pegni, le file di italiani mostrate dal Tg1
#coronavirus In fila al banco dei pegni. Dalla fede nuziale ai gioielli di famiglia. La #crisi provocata dal #coronavirus porta sempre più persone al banco dei pegni. Dopo Torino a Palermo a decine in coda con i loro averi. pic.twitter.com/ayg2Cqgt5V
— Tg1 (@Tg1Raiofficial) April 20, 2020
Il banco dei pegni diventa un’attività di prima necessità in cui tante persone hanno perso il proprio lavoro e in cui hanno iniziato la cassa integrazione. Stando a quanto dichiarato dal direttore credito su pegno della banca Carige, Giovanni Tomatis, l’incremento relativamente al suo istituto del 30-50% dell’accesso di utenti. Nella maggior parte dei casi, sostiene il direttore, si tratta di persone che non si erano mai rivolti prima d’ora al banco dei pegni.
Lunghe file, certo, imposte anche dalle misure di distanziamento varate con gli ultimi dpcm, ma che comunque danno l’idea di quello che è il sentiment diffuso in un’Italia che rischia anche da un punto di vista sociale. Perché dopo l’emergenza sanitaria, c’è senz’altro l’emergenza di carattere economico e sociale.