Gli schermi parafiato a basso costo ideati da un preside per la maturità che potrebbero tornare utili a settembre

AI tempi del Covid-19 occorre ingegnarsi e il preside del Liceo Artistico Statale “Giacomo e Pio Manzù” di Bergamo ha provato a ideare una soluzione allo scopo di «ampliare le misure di sicurezza per gli Esami di Stato». A progettare gli schermi è stato lui grazie alla »formazione da ingegnere» per far sentire più sicuri studenti e docenti in sede di maturità 2020. A chi gli chiede se questa possa essere una valida soluzione per la ripartenza dell’anno scolastico a settembre risponde: «non spetta a me prendere decisioni simili: io non faccio politica, faccio il preside e cerco, nei limiti del possibile, di prevenire i problemi. Presumo che il comitato tecnico scientifico stia lavorando per capire quale sia la soluzione più adatta. Noi questi schermi li abbiamo progettati per gli esami, non in vista della possibile riapertura a settembre».

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I banchi di plexiglass che non sono in plexiglass

Questa idea è arrivata direttamente dalla bacheca del docente alle cronache nazionali perché ha fatto molto discutere. Intervistato dal Corriere della Sera, il professor Cesare Botti ha risposto alle critiche e ai toni derisori utilizzati da alcuni per apostrofare l’idea: «Esteticamente non sono granché, sono il primo a dirlo. Hanno pro e contro, come ogni cosa. Bisogna valutare costi e benefici» ma «mi chiedo: qual è l’obiettivo delle persone che criticano gli schermi parafiato? Una soluzione si deve pur trovare. Non dobbiamo dimenticare che, come ho detto ai miei docenti nel nostro primo consiglio d’istituto online il 3 marzo, stiamo vivendo una situazione senza precedenti, che un domani verrà raccontata nei libri di storia. Dobbiamo rimboccarci le maniche».

Costi e benefici degli schermi parafiato

«I bordi sono in cartone, come le scatole della pizza: hanno gli stessi occhielli. In mezzo, per ogni lato c’è un foglio di polipropilene che ha delle asole in cui infilare e incastrare il cartone. Poi ci sono degli agganci per gli angoli e degli elastici per fissare gli schermi alle gambe del tavolo: hanno una minima mobilità, che negli urti accidentali non guasta, sono stabili ma leggeri», spiega il preside, precisando i vantaggi rispetto al plexiglass, che sono prettamente economici: «Il plexiglass dal punto di vista strutturale ha un vantaggio: sta in piedi da solo. Però costa: 100 euro al metro quadro contro gli 8 del polipropilene. I nostri schermi costano tra i 15 e i 18 euro l’uno, se avessimo optato per il plexiglass avremmo speso almeno 120 o 140 euro per ogni banco». Nascono per gli esami di stato, in aggiunta alle linee guida del comitato tenico-scientifico per «dare una garanzia extra ai docenti». Sull’uso degli schermi per settembre dice: «Noi questi schermi li abbiamo progettati per gli esami, non in vista della possibile riapertura a settembre Il punto è che sulla carta l’uso dei separatori — non necessariamente come i nostri! — potrebbe permettere di far tornare gli studenti a scuola, magari anche senza mascherina. Ma la disposizione degli studenti nelle aule è solo una parte del problema: ci sono i trasporti, l’ingresso a scuola, i trasferimenti verso i laboratori e le palestre, gli intervalli, le mense…».

(Immagine copertina dal profilo Facbook di Cesare Botti)

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