Provate a dire che non avete sentito i cori razzisti contro Balotelli dopo aver visto questo video
03/11/2019 di Redazione

Volevano farlo passare per folle, per una persona con le allucinazioni. Per l’esaltato che aveva bisogno di visibilità. È questo il gioco al massacro che è stato fatto dopo Verona-Brescia ai danni di Mario Balotelli, vittima di quelli che possiamo definire ululati razzisti nel corso del match di Serie A. L’attaccante delle rondinelle si è fermato, ha preso il pallone in mano e ha lanciato il pallone proprio verso il punto esatto della curva dell’Hellas da dove sono partiti i cori beceri contro di lui.
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Balotelli, il video dei cori razzisti
Un video, pubblicato su Twitter dopo la partita, lo testimonia chiaramente, suffragando anche la teoria degli ispettori della Figc che avevano detto, dopo il match, di aver sentito qualcosa:
Ululati come se una persona di colore fosse una scimmia, complimenti alla faccia di bronzo del loro presidente che nega tutto, anche questo passerà ovviamente siamo in Italia. #Balotelli #Verona #razzismo pic.twitter.com/82IJj5F2Xw
— Easy.money.sniper (@AAeasymoney) November 3, 2019
Inutile dire, come ha fatto l’allenatore del Verona, Ivan Juric, di non aver sentito niente. Inutile dire, come l’ex ministro leghista Lorenzo Fontana, che nei confronti dei tifosi scaligeri era partita una vera e propria gogna mediatica e che bisognava andarci piano con le accuse.
Grande Hellas! Avanti tutta! Allo stadio mi confermano in molti di nessun coro razzista. Intanto è iniziata una vergognosa gogna mediatica contro Verona e i suoi tifosi. Andiamoci piano con le accuse e le sentenze. pic.twitter.com/ejduNwaxub
— Lorenzo Fontana (@Fontana3Lorenzo) November 3, 2019
Inutile minimizzare sui cori razzisti a Balotelli
Inutile, come ha fatto la società veronese, minimizzare. Quelli contro Balotelli sono stati ululati razzisti e non l’ennesimo capriccio di un eterno ragazzo. Sono stati una ferita che si è aperta nel cuore e nella mente di un calciatore che è tornato in Italia dopo un lungo girovagare per l’Europa. E che per avere visibilità non ha certo bisogno di questi gesti: gli basta un post su Instagram o un gol favoloso come quello che ha messo a segno, con tutta la rabbia in corpo, nei minuti finali di una partita che avrebbe voluto lasciare a metà.
Due episodi di razzismo e di discriminazione territoriale nell’ambito della stessa giornata di Serie A (ieri, era stata la volta di Roma-Napoli e dei soliti cori pro-Vesuvio e pro-colera). Basteranno per dire che abbiamo un problema? Oppure in questa nuova Italia dove ogni offesa è lecita passeranno via impuniti, come nota a margine di un carrozzone che, ormai, fa acqua da tutte le parti?