Un altro passo verso il metaverso di Meta: gli avatar che rispondono alle videochiamate WhatsApp

L'indiscrezione arriva dagli sviluppatori e dai ricercatori di WABetaInfo, che hanno rintracciato un possibile aggiornamento che va in questa direzione nella versione di Android 2.22.15.5

01/07/2022 di Gianmichele Laino

E se – d’ora in poi – fosse il te virtuale a rispondere alle videochiamate su WhatsApp? Una nuova funzionalità che è stata scovata dai ricercatori e dagli sviluppatori di WABetaInfo, che sono soliti analizzare le ultime novità dell’app di messaggistica istantanea made in Meta, potrebbe dare la risposta a questa domanda. Possibile, infatti, che – nell’applicazione del concetto di metaverso e nella sua estensione a un ecosistema molto più ampio – Meta stia pensando di introdurre la possibilità degli avatar su WhatsApp, non soltanto come emoji o come reazione divertente ai messaggi che vengono di volta in volta scambiati dagli utenti, ma anche come vero e proprio “sostituto” dell’utente stesso impegnato in una video-call.

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Avatar su WhatsApp, l’alternativa per rispondere alle videochiamate

WABetaInfo, infatti, ha scoperto che in una specifica versione di WhatsApp per Android – la 2.22.15.5, rilasciata ancora in forma sperimentale – gli sviluppatori dell’app di messaggistica stavano lavorando a una funzionalità denominata Passa ad avatar. Possibile che il meccanismo di funzionamento sia più o meno questo: nel corso di una videochiamata, dopo aver utilizzato dei dati biometrici per la “costruzione” del proprio avatar, l’utente potrà passare a questa modalità di risposta, mostrando – dunque – al suo interlocutore non la sua immagine, ma quella “vignettata” di un suo alter ego virtuale. Che, in risposta, si comporterà esattamente sincronizzando i movimenti del volto alla sequenza di parole pronunciata dall’utente. Insomma, se l’utente sta zitto, l’avatar non muoverà la sua bocca. Se l’utente utilizzerà delle espressioni più o meno lunghe, allora l’avatar sincronizzerà i movimenti della sua bocca virtuale sulle espressioni utilizzate dall’utente.

Un modo, sicuramente, per rendere ancora più concreta l’idea di metaverso che hanno dalle parti di Menlo Park e che permetterà, probabilmente, di fare o di ricevere videochiamate anche nella realtà virtuale. Al di là del fatto che il metaverso non possa affatto essere un qualcosa di proprietà di una sola azienda, ma un ambiente all’interno del quale più aziende si troveranno a interoperare, Meta vuole comunque sfruttare il vantaggio di avere a disposizione diversi strumenti che si muovono su più livelli: il social network per link e per immagini, il video multimediale in più formati (dalla watch TV al reel, passando per le stories) il VR, la messaggistica. Per questo sta lavorando sul metaverso da più fronti: quest’ultima, possibile, implementazione di WhatsApp non fa altro che confermare la direzione intrapresa.

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