L’autocertificazione per uscire deve essere solo cartacea: stop alle app

19/03/2020 di Redazione

In questi giorni, con spirito collaborativo rispetto a quanto fatto dalle autorità competenti, sono proliferate anche della app che permettevano di compilare telematicamente una autocertificazione e di esibirla agevolmente dal proprio smartphone ai controlli della polizia o delle altre forze di pubblica sicurezza. Ma in serata è arrivato il chiarimento del Viminale, accompagnato anche da una ulteriore nota della Polizia di Stato. Quelle valide sono solo le autocertificazioni cartacee.

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Autocertificazioni cartacee le uniche consentite

Per andare al lavoro o per uscire di casa per stretta necessità occorre scaricare il modulo che è stato modificato soltanto il 17 marzo scorso, quello in cui si inserisce anche la possibilità di autocertificare il fatto di non essere sottoposto a misure di quarantena e di non essere risultato positivo al Covid-19. Come dichiarato dal ministero dell’Interno (presso il cui portale il modulo può essere scaricato), l’unica autocertificazione valida è quella cartacea.

Qual è il motivo di questa scelta che sembra andare in controtendenza rispetto alla digitalizzazione della società. Innanzitutto scoraggiare gli spostamenti più frequenti e dare la possibilità alle forze dell’ordine di verificare effettivamente la necessità dello spostamento da parte del cittadino. Ma la risposta che viene fornita ufficialmente dal ministero dell’Interno è questa: «Il formato digitale – si legge sul portale del ministero -, oltre ad avere un profilo di rischio per la privacy dell’utente, non consente di essere acquisito in originale dall’operatore di polizia».

Perché le autocertificazioni cartacee sono le uniche legali

Quindi le autocertificazioni cartacee sono le uniche consentite in sede di controllo. È opportuno metterselo bene in testa, dal momento che i controlli delle autorità di pubblica sicurezza ci sono e sono stati denunciati 43mila cittadini, un numero molto più alto rispetto agli attuali contagiati da coronavirus in Italia. «I dati contenuti nel modello – si legge sul sito del Viminale – consentono di rivelare, infatti, non soltanto la frequenza e la tipologia dello spostamento dell’individuo ma anche le ragioni personali e riservate che giustificano lo spostamento e che possono ricollegarsi ad informazioni sensibili quali lo stato di salute, le esigenze personali le circostanze lavorative».

Motivi pratici e motivi di sicurezza. Per evitare le facili speculazioni in questi momenti difficili, dove la zona grigia è talmente ampia da poter permettere degli inserimenti al limite del consentito al suo interno. Lo stesso principio sottolineato dal Viminale è stato ribadito anche dalla Polizia di Stato.

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