Il grosso equivoco dell’aumento della mortalità del 20% in Italia rispetto al periodo 2015-2019

17/04/2020 di Redazione

Il titolo che ha girato su tutti i principali quotidiani nazionali, partendo da un lancio dell’agenzia ANSA, riguarda un presunto aumento della mortalità del 20% in Italia, per il periodo 1° marzo-4 aprile, rispetto al quadriennio 2015-2019. Un dato che, se così fosse, sarebbe allarmante e che andrebbe messo in correlazione con l’epidemia da coronavirus al momento presente nel nostro Paese. Tuttavia, l’informazione veicolata non è stata quella originaria, dal momento che l’analisi statistica dell’Istat si basava su presupposti diversi rispetto a quelli analizzati.

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Aumento morti in Italia rispetto al periodo 2015-2019

In sintesi, l’istituto di statistica italiano ha selezionato un numero di comuni in Italia in cui la mortalità ha superato il 20% per il periodo di riferimento rispetto a quello di confronto. Il numero di questi comuni è pari a 1689. Pertanto, si tratta esclusivamente di un campione rispetto al numero totale dei municipi presenti sul nostro Paese (che è composto da 7904 campanili). Un dato che, come ha sottolineato anche l’Istat nell’infografica che ha diffuso per corroborare la sua indagine sulla mortalità, deve essere preso con le pinze se si considera al di fuori dell’ecosistema comunale. Insomma: se bisogna fare un raffronto con la realtà nazionale, l’indicazione di un aumento della mortalità del 20% non può essere considerato.

Aumento morti in Italia, come si legge davvero la statistica dell’Istat?

Inoltre, la statistica dell’Istat non prende in considerazione soltanto i decessi a causa del coronavirus, ma anche tutte quelle altre morti che non sono risultate strettamente connesse con la diffusione dell’epidemia. Qual è dunque il modo più corretto per leggere questo dato?

Innanzitutto è opportuno circoscrivere l’analisi ai 1689 comuni che prevedono una mortalità superiore al 20% rispetto allo stesso periodo del quadriennio precedente. In questi comuni, la mortalità è raddoppiata: nel 2019 i decessi in questi comuni ammontava a 20.454. Nel 2020, invece, i decessi salgono a quota 41.329: stiamo parlando di un +102%. Ma questo non significa che in tutta Italia i morti sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Inoltre, occorre rilevare che la curva dell’aumento dei morti, a partire dalla fine di marzo, ha iniziato a calare, dichiarando – probabilmente – superata la fase più acuta di questa crisi dell’indice di mortalità in diversi comuni italiani.

Tra i 1689 comuni italiani che hanno subito l’incremento preso in esame dall’Istat, 622 si trovano in Lombardia, la regione che ha subito un aumento della mortalità maggiore, secondo questa ricerca dell’istituto di statistica.

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