Parola di Attilio Fontana: «Il dato sull’indice di contagio in Lombardia dimostra che le scelte fatte sono state positive»
14/05/2020 di Gianmichele Laino
L’evento Riparti Lombardia doveva essere l’occasione pubblica per Attilio Fontana, dopo qualche giorno di profilo più basso, per evidenziare gli aspetti della gestione della crisi da coronavirus in Lombardia. Invece, in un passaggio della conferenza stampa, il presidente della regione ha continuato a insistere sulla linea tenuta fino a questo momento. Qualche giorno fa, era stato il vicepresidente della giunta Sala a esultare per la discesa del famoso R0 (l’indice di contagio) a livelli dello 0,57. Oggi ribadisce quella linea anche il governatore leghista, con parole che – alla luce delle 15.296 vittime per il coronavirus e di un contagio che, anche in virtù del maggior numero dei tamponi fatti, è tornato a salire nelle ultime 24 ore – sembrano quasi stranianti.
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Attilio Fontana e la Lombardia che ha contenuto bene il coronavirus
«I dati bisogna leggerli con attenzione – ha detto Fontana -, e purtroppo in questi ultimi tempi è venuta un po’ meno. Il dato importante è l’indice di contagio e noi siamo tra le migliori regioni, al pari del Veneto e poco sotto la Valle d’Aosta. Non dobbiamo farci spaventare dai numeri, perché noi siamo 10 milioni e i numeri sono molto diversi». Poi, il governatore lombardo ha aggiunto una nota di merito alla gestione coordinata dell’emergenza in Lombardia: «Il dato dell’indice di contagio dimostra che le scelte fatte sul contenimento del virus hanno dato risultati positivi. Siamo partiti da una situazione di gran lunga peggiore come numeri, violenza e aggressività di questo virus e siamo riusciti a contenerlo talmente bene che oggi siamo tra le 3 o 4 regioni che hanno il migliore indice di diffusione del virus, che è 0,53, rispetto a una media nazionale che è intorno allo 0,70».
Insomma, non proprio l’ammissione di responsabilità di una regione che ha visto il numero più alto di morti in Italia e in Europa e che sta ancora facendo i conti con delle gestioni approssimative della mappatura dei contagi che di certo non aiuteranno la ripresa economica attesa dopo il 18 maggio.