Emilio Fede: «Io claustrofobico, chiuso in una stanza d’albergo, il mio arresto mi ha terrorizzato»

23/06/2020 di Redazione

È riuscito a parlare per pochi minuti con l’Adnkronos, dopo l’arresto Emilio Fede. Il giornalista ed ex direttore del Tg4 ha parlato della sequenza di eventi che si sono verificati mentre era a cena in un ristorante di Napoli insieme alla moglie. «I domiciliari erano finiti – ha detto l’89enne giornalista che era stato condannato nell’ambito del processo Ruby-bis a 4 anni e 7 mesi da scontare tra arresti domiciliari e servizi sociali – e per questo sono partito da Milano per Napoli, per andare a festeggiare il mio compleanno insieme a mia moglie».

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Arresto Emilio Fede, la sua testimonianza: «Incredibile che una persona venga trattata così»

Secondo il giornalista, scaduti gli arresti domiciliari, non c’era ancora la firma per l’assegnazione ai servizi sociali e, per questo motivo, non comprende le ragioni dell’arresto, avvenuto proprio nel ristorante dove stava mangiando una pizza. «È stato un arresto davanti a tutti – ha detto -, sono terrorizzato: che si possa prendere un essere umano, non Emilio Fede, e arrestarlo così è davvero incredibile».

Adesso, dopo l’arresto Emilio Fede è costretto a restare in una stanza d’albergo e, sostiene il giornalista, gli viene impedito anche di affacciarsi alla finestra: «Io sono claustrofobico – ha detto – e sono stato operato alle vertebre. Devo camminare con un bastone e devo essere aiutato nella deambulazione. Incredibile che possa essere avvenuta una cosa del genere, resto terrorizzato».

Arresto Emilio Fede, perché il giornalista è stato raggiunto dalle forze dell’ordine a Napoli

L’arresto di Emilio Fede è avvenuto nella serata di ieri. I carabinieri lo hanno raggiunto mentre si trovava con la moglie, Diana De Feo. L’ex direttore del Tg4 prevedeva di rientrare a Milano nella giornata di giovedì. L’esito del processo Ruby-bis era stato confermato dalla sentenza della Cassazione lo scorso aprile 2019. Insieme a Emilio Fede era stata condannata anche Nicole Minetti, con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione nelle serate eleganti che Silvio Berlusconi organizzava nella sua villa di Arcore.

In seguito alle attenuanti generiche, Emilio Fede aveva potuto scontare parte della sua condanna ai domiciliari (e non in carcere) e parte in affidamento ai servizi sociali. Proprio la distanza sottile tra questi due tempi diversi relativi alla sua pena è all’origine del suo arresto avvenuto a Napoli, con l’accusa di evasione.

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