Di Maio vuole bloccare le armi per la Turchia, ma in queste ore potrebbe partire da Roma un cannone da 600 colpi

16/10/2019 di Redazione

Repubblica sta analizzando da molto vicino la questione della partenza delle armi in Turchia dall’Italia. Lo fa partendo da una promessa che Luigi Di Maio ha fatto alla Camera negli scorsi giorni. Innanzitutto, ha detto che verranno bloccati i futuri accordi tra Italia e Turchia per la vendita di armi. Ma ha anche aperto a una revisione dei contratti pregressi. A quanto pare, però, proprio in queste ore sta partendo per Ankara, dalla sede di Rheinmetall Italia a Roma, un Oerlikon da 25 mm, 600 colpi al minuto.

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Armi in Turchia, l’invio di un cannone in queste ore

Lo rendono noto Annalisa Cuzzocrea e Fabio Tonacci che hanno visionato i documenti di un accordo che è stato firmato dalla fabbrica nel 2016 e che ha avuto l’imprimatur dalla Farnesina. L’accordo prevedeva l’acquisto da parte della Turchia di 12 cannoni di questo tipo: un patto da due milioni e mezzo di euro. Un cannone è già stato consegnato nel 2017, altri cinque sono stati consegnati nel 2018, un altro a marzo scorso e, adesso, si sta cercando di accelerare la consegna per l’altro cannone che è dato in partenza proprio in queste ultime ore.

La fornitura di armi in Turchia firmata nel 2016

Bisogna ribadire che non c’è nulla di irregolare e che la fornitura non fa altro che rispettare un contratto in essere. Ma, alla luce delle dichiarazioni politiche degli ultimi giorni, suona davvero come una beffa. Perché tra il proclama dello stop alle armi e la vera realizzazione di questo programma per il futuro c’è un mare in mezzo.

A nulla è valsa, dunque, questa invasione della Siria da parte della Turchia per incidere concretamente sul progetto di stop agli armamenti. Se non a fare qualche post su Facebook e persino un discorso in Parlamento. Mentre le armi continuano a viaggiare sulla tratta Roma-Ankara.

FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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