Chi sono i giornalisti di cui si può rintracciare un archivio digitale

Chi è che, tra i giornalisti italiani, può contare su un archivio digitale del proprio lavoro? Ecco una serie di archivi di tipo giornalistico basati su diversi criteri

28/03/2023 di Ilaria Roncone

Della fondamentale importanza della digitalizzazione di anni e anni di lavoro dei reporter che hanno fatto la storia del giornalismo prima di internet  stiamo parlando oggi, su Giornalettismo, nel monografico che abbiamo scelto di dedicare al progetto Minà’s Rewind. Le parole del giornalista, scomparso di recente, di sua moglie e di una delle collaboratrici del suo team digitale ci hanno aiutato a far emergere le mille e una ragioni per le quali la digitalizzazione del lavoro giornalistico pre internet deve avere la priorità. Quanti archivi giornalistici digitali esistono in Italia e fuori dall’Italia e quanta è, nel mondo, la consapevolezza rispetto all’importanza di quest’atto di preservazione dei frutti del mestiere?

Abbiamo rintracciato in rete una serie di archivi relativi a specifici giornalisti – venuti alla luce per ragioni diverse – e un archivio che è nato ed e si è sviluppato basandosi sul criterio di raccolta di cartacei, video e prodotti radio relativi alla storia del cinema. Nel mondo e nelle diverse lingue del mondo è quindi sicuramente possibile rintracciare tutta una serie di archivi digitali che comprendono (anche) lavoro giornalistico e che – domani più di oggi – avranno un valore inestimabile per ricostruire la storia del mondo e di coloro che hanno fatto la professione giornalistica.

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La fondamentale importanza degli archivi giornalistici digitali

Abbiamo rintracciato un paper dal titolo “Personal Digital Archiving for Journalists: A “Private” Solution to a Public Problem” in cui si evidenziano tutte le ragioni per le quali bisogna provvedere alla digitalizzazione del lavoro giornalistico. «Scopo: Lo scopo di questo articolo – si legge in apertura delle venti pagine dedicate – è incoraggiare i bibliotecari a insegnare le pratiche di archiviazione digitale ai giornalisti per dare loro le competenze necessarie a salvare il loro lavoro per un uso futuro e per facilitare la conservazione del giornalismo per i posteri».

Facendo riferimento al lavoro giornalistico e al valore che l’archiviazione digitale ha per esso, si legge: «Le esigenze dei giornalisti sono molto specifiche: i documenti di ogni parte del loro processo, dalla dalla presa di appunti al prodotto finale, hanno un valore costante per loro. Gli articoli pubblicati, ad esempio, servono come strumenti di marketing; gli scrittori freelance inviano campioni di lavoro agli editori insieme a e-mail in cui propongono idee di storie (Ohlheiser, 2017). Vecchi articoli e note possono possono fornire informazioni affidabili che il giornalista ha già ampiamente ricercato. Usarli come riferimento può far risparmiare al giornalista in scadenza molto tempo e denaro».

Per quali giornalisti esiste un archivio digitalizzato del lavoro?

Tra i primi archivi online di un giornalista rintracciabili in rete troviamo quello di Tiziano Terzani. Custodito dalla Fondazione Giorgio Cini, contiene – tra le altre cose – anche i documenti personali del giornalista scomparso nel 2004. La famiglia Terzani ha scelto di donare prima la biblioteca personale nel 2012, poi l’archivio nel 2014 alla Fondazione. Il patrimonio è conservato dal Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate.

Della digitalizzazione di tutto il materiale si è occupato il Centro ARCHiVe – Analysis and Recording of Cultural Heritage in Venice. La realtà è nata col preciso scopo di sviluppare e utilizzare le nuove tecnologie per la conservazione digitale e per la valorizzazione dei patrimoni culturali umanistici. Centro ARCHiVe si è occupato – dopo una prima fase di riordino e descrizione archivistica – di digitalizzare 8.600 fotografie scattate da Terzani durante i suoi viaggi.

Per ragioni diverse – legate all’indagini per la loro uccisione – è disponibile una serie di materiali relativi al lavoro di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin, la giornalista e del cineoperatore. Entrambi assassinati nell’autovettura sulla quale viaggiavano a Mogadiscio il 20 marzo 1994, tramite questo archivio è possibile avere accesso a documentazione relativa a iniziative politiche e diplomatiche, procedimenti giudiziari, servizi giornalistici, inchieste governative e parlamentari in merito alla vicenda.

Esiste, poi, una Media History Digital Library che conserva un inestimabile patrimonio (anche) giornalistico relativo alla storia del cinema che passa anche da tutta una serie di riviste del settore digitalizzate nel corso degli anni. Tanto per intenderci, esiste una sezione dedicata alla storia del cinema italiano tra l’inizio e la metà del XX secolo raccontata attraverso le pagine digitalizzate della rivista Cinema Illustrazione (in particolare, ci sono una serie di numeri pubblicati nel periodo fascista, quando Mussolini si occupò di finanziare e censurare la produzione cinematografica tradizionale dando vita a film di propaganda e produzioni conservatrici).

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