Il rapporto Ue che boccia reddito di cittadinanza e quota 100: «Non aiutano la crescita»

21/02/2019 di Redazione

L’Europa boccia reddito di cittadinanza e quota 100 e mette nero su bianco gli effetti negativi sulla crescita delle due principali misure approvate dal governo M5S-Lega nella manovra. È quanto emerge dal rapporto sull’Italia che la Commissione Ue approverà mercoledì prossimo, la cui bozza viene anticipata oggi da Repubblica (articolo di Alberto D’Argenio). Si tratta precisamente del cosiddetto Country Report, una pagella annuale sullo stato dell’economia di ogni Stato dell’Eurozona. All’Italia viene dedicato un fascicolo di una cinquantina di pagine, che già circola informalmente tra le capitali, che smonta i piani del governo giallo-verde.

L’Europa boccia reddito di cittadinanza e quota 100

Secondo il rapporto, nella legge di Bilancio italiana «non ci sono misure capaci di impattare positivamente sulla crescita di lungo termine». La Commissione Europea, che ha già previsto per il 2019 una crescita del pil in Italia dello 0,2%, dato più basso in Europa, sostiene che quota 100 non fa altro che «aumentare la spesa pensionistica e peggiorare la sostenibilità del debito» e, siccome riduce la platea degli occupati, «ha effetti negativi sul potenziale di crescita». Ma l’Ue, spiega ancora Repubblica, avverte anche sull’aumento del gap sulla produttività tra Italia e il resto del continente, e sull’aumento della tasse. Secondo la Commissione se da una parte la flat tax diminuisce le imposte sui lavoratori autonomi, in generale la manovra M5S-Lega «aumenta le tasse aggregate per le imprese». Sul reddito di cittadinanza vengono poi evidenziate possibili «difficoltà» e che il rapporto sull’economia italiana non crede che la misura per i più poveri e i disoccupati avrà effetti positivi sulla crescita economica o farà aumentare l’occupazione. «Il rischio povertà rimane alto», si legge nella bozza.

Si parla dunque, nel complesso, di «squilibri macroeconomici eccessivi» con il rapporto debito/pil che potrebbe aumentare fino a superare il 132%. La crescita bassa e e le politiche del governo «portano pressioni sul deficit nei prossimi anni». «Lo scenario macroeconomico – si spiega – comporta rischi di deterioramento del deficit 2019 e ci sono rischi significativi su quello 2020».

(Foto di copertina Zumapress da archivio Ansa. Credit immagine: Ye Pingfan / Xinhua via ZUMA Wire)

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