Toninelli scavalca Salvini e consegna il dossier TAV ai francesi

Il dossier sui costi-benefici della Tav è nella mani dell’ambasciatore francese. Secondo le indiscrezioni de “La Repubblica”, a consegnarlo nelle mani del delegato d’oltralpe sarebbe stato lo stesso ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture all’insaputa di Matteo Salvini che non sembra proprio averla presa bene. «Adesso i francesi e Macron sono a conoscenza di qualcosa che il ministro dell’Interno non conosce» questa sarebbe stata la stizzita reazione del ministro dell’Interno secondo la ricostruzione del quotidiano romano. L’obiettivo  di questa mossa sarebbe smontare alla base il progetto della Tav. Un brusco strappo con il passato pronto e servito per Parigi, ma indisponibile per gli alleati di governo. E mentre il sottosegretario Giorgetti cerca di buttare acqua sul fuoco, evocando almeno il progetto di una mini-TAV, i pentastellati sembrano gettare l’asso e puntare tutto sull’opposizione dura e pura alla Torino-Lione in vista delle elezioni europee, riagganciandosi, in questo modo, a uno dei cardini del Movimento degli esordi.

Tav: la partita politica all’interno della maggioranza

Secondo Repubblica, lo strappo di Toninelli alla vigilia del voto parlamentare sull’autorizzazione a procedere su Salvini sul caso “Diciotti” non sarebbe un caso. La Tav diventerebbe  terreno di scambio tra alleati sempre più scomodi in un clima di tensione pre-elettorale che cresce sempre di più. Del resto, già il siparietto di qualche giorno fa di Di Maio e Di Battista alla stazione di Pescara, in vista di un altro incontro elettorale (questa volta parliamo delle regionali abruzzesi) lasciava presagire un affondo in tal senso.

La Torino-Lione e la corsa alle europee

Nel Movimento si discuterebbe anche di un evento pubblico, una mobilitazione anti Tav capace di mobilitare militanti e attivisti della prima ora e risollevare così le sorti di un Movimento che i sondaggi continuano a dare ampiamente dietro all’alleato leghista. Perché è anche sulla Torino-Lione che passano le sorti del governo, con la Lega che potrebbe strappare definitivamente e votare con le opposizioni a favore dell’opera della discordia. La lunga corsa per le europee di maggio è appena cominciata.

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