Salvini e il tribunale dei ministri, cosa succede ora e che maggioranza serve al Senato

24/01/2019 di Redazione

La notizia del giorno è la richiesta dell’autorizzazione a procedere, da parte del tribunale dei ministri di Catania, nei confronti di Matteo Salvini sul caso della nave Diciotti: i migranti che erano stati salvati dall’imbarcazione della Guardia Costiera erano rimasti nel porto di Catania per cinque giorni, tra il 20 e il 25 agosto 2018, su specifica richiesta del ministro dell’Interno. Partì anche l’indagine per sequestro di persona, per la quale il procuratore Carmelo Zuccaro aveva chiesto l’archiviazione. Il tribunale dei ministri, tuttavia, ha deciso diversamente. E adesso tutti si chiedono: cosa succede a Salvini da questo momento in poi?

Salvini cosa succede dopo la richiesta del tribunale dei ministri

L’iter non è semplicissimo e prevede dei passaggi che coinvolgono i colleghi parlamentari di Matteo Salvini che, in seguito alle elezioni del 4 marzo, è stato eletto in Senato (nel collegio calabrese) come rappresentante della Lega. Prima di essere ministro dell’Interno e vicepremier – è bene ricordarlo – Matteo Salvini è un senatore.

Pertanto la richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti deve essere chiesta – con un procedimento speciale – ai senatori. L’atto del tribunale dei ministri passa alla Giunta per le Autorizzazioni del Senato che, a sua volta, deve informare Palazzo Madama della situazione. Entro due mesi dalla trasmissione della richiesta, l’Aula è chiamata a decidere se autorizzare il procedimento (e quindi, eventualmente, mandare Matteo Salvini a processo) oppure no.

Per un voto del genere, molto delicato, è prevista la maggioranza assoluta: ovvero la metà più uno dei componenti del Senato. Lo ricordiamo: questa camera del Parlamento è composta da 320 membri (compresi i senatori a vita) e la maggioranza assoluta, pertanto, è di 161 unità. Attualmente, la maggioranza al governo – composta da Lega, M5S e senatori del gruppo misto – consiste di 171 unità, dieci in più in teoria rispetto alla maggioranza assoluta.

Salvini cosa succede: il pronostico sul voto in Senato

Nessun problema , dunque? La questione non è così semplice. La maggioranza è composta da forze politiche diametralmente opposte, che hanno dimostrato delle divergenze soprattutto sulla questione immigrazione e sul modo di affrontarla da parte del ministro dell’Interno. Non è scontato che i 107 senatori del Movimento 5 Stelle possano votare in blocco, negando l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini (soltanto in questo caso, l’iter si stopperebbe). Tuttavia, nei confronti del ministro dell’Interno potrebbero arrivare in soccorso altri senatori di altre forze politiche di minoranza, che tuttavia condividono alcune sue posizioni sulla gestione dell’immigrazione. Il pensiero va subito a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, ma anche ad alcune componenti interne a Forza Italia. Il partito di Berlusconi, infatti, era alleato di Salvini alle elezioni e condivideva una posizione molto simile a quella del leghista sull’immigrazione.

I senatori della Lega sono 58. Quindi i no all’autorizzazione a procedere sicuri, al momento, possono basarsi su questa cifra. Quasi scontati sono anche i 18 voti di Fratelli d’Italia. Bisogna capire come si comporterà il Movimento 5 Stelle – vero ago della bilancia – e a che punto sarà tra due mesi il contratto di governo stipulato con la Lega. Tuttavia, a meno di clamorosi stravolgimenti delle attuali forma in campo, il Senato dovrebbe pronunciarsi contro l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini.

FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI

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