Per Di Battista «la democrazia rappresentativa sarà obsoleta come la monarchia assoluta»

Alessandro Di Battista ha dato tantissimi spunti nella sua intervista a Che Tempo Che Fa, il programma di Raiuno condotto da Fabio Fazio. Tra l’annuncio della sua non candidatura alle prossime elezioni europee di maggio 2019 e il suo prossimo viaggio in India, c’è anche spazio per una riflessione sul ruolo della piattaforma Rousseau e sulla differenza tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa.

Di Battista e lo strano concetto di democrazia

Al netto degli esperimenti del Movimento 5 Stelle che vanno nella prima direzione, in Italia e in tutte le altre democrazie del mondo è ancora il criterio della rappresentanza dei cittadini, attraverso loro referenti eletti attraverso il voto, il criterio più moderno per garantire al popolo il loro diritto di espressione politica.

Secondo Alessandro Di Battista, però, questo concetto è destinato a scomparire:

«La democrazia rappresentativa è già in crisi – ha detto Alessandro Di Battista, mentre sullo schermo della trasmissione passava una fotografia di Davide Casaleggio -, un giorno la vedremo come qualcosa di obsoleto, come ora la monarchia assoluta». L’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle, quindi, ha paragonato il modo di percepire la democrazia rappresentativo (un diritto acquistato dagli uomini nei secoli) alla monarchia assoluta, ovvero una forma di potere legata alla naturale inclinazione al comando dell’uomo.

Come applicano la democrazia diretta nel M5S

Due concetti profondamente diversi, ma che i visionari pentastellati – a quanto pare – mettono sullo stesso piano. Peccato, però, che l’applicazione del concetto di democrazia diretta (che secondo Di Battista dovrebbe prendere il posto di quella rappresentativa) sia applicato in maniera arbitraria. Gli esperimenti sulla piattaforma Rousseau hanno dimostrato, in questi anni, come sia sempre il gruppo dirigente del Movimento a stabilire i paletti all’interno dei quali questa democrazia diretta dovrebbe esercitarsi.

Di Battista, poi, nel corso della sua intervista a Che Tempo Che Fa ha spaziato su tutti i temi più caldi delle ultime settimane della politica italiana: dall’inutilità della Tav (un’opera che, secondo l’esponente pentastellato, costa 20 miliardi di euro), passando per la responsabilità della Francia e del suo colonialismo nella rotta dei migranti verso l’Europa. Infine, ha annunciato che non si candiderà alle prossime europee e che un eventuale referendum sul reddito di cittadinanza potrebbe rappresentare un suicidio per «un partito di destra come il Pd».

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