La risposta dell’ordine dei giornalisti al titolo di Libero e alla ‘strumentalizzazione’ di Di Maio

11/01/2019 di Enzo Boldi

Un insulto che non rimarrà impunito. La prima pagina del quotidiano Libero di venerdì 11 gennaio ha fatto discutere ancora una volta. «Comandano i terroni», campeggia a nove colonne sul giornale diretto da Vittorio Feltri. Il riferimento è al fatto che i ‘meridionali’ abbiano tre cariche istituzionali su quattro, il 75%. Come se essere nato al Sud e il saper fare politica non possano andare di pari passo. Un titolo che non poteva rimanere inosservato e che porterà ad alcune conseguenze, come già capitato in passato per quel «Patata bollente» riferito alla sindaca di Roma Virginia Raggi.

A prendere posizione è stato anche l’ordine dei giornalisti che, attraverso il proprio profilo Facebook e riportando le parole del suo presidente Carlo Verna, ha comunicato i passi già mossi nei confronti della testata diretta da Vittorio Feltri. «Per il titolo strillato del quotidiano Libero ‘Comandano i terroni’ e i relativi contenuti, è stata già predisposta la segnalazione al consiglio territoriale di disciplina – si legge nella nota diffusa attraverso i loro canali social -. Recentemente il Tribunale di Milano ha confermato, su uno dei tanti brutti titoli di Libero che costituiscono un caso, una sanzione emessa dall’Ordine dei Giornalisti».

I Terroni di Libero e le parole di Luigi Di Maio

A cavalcare l’onda dell’irritazione per il titolo di Libero è stato, tra i tanti, anche il leader del MoVimento 5 Stelle  Luigi Di Maio, che ha sfruttato l’occasione per ribadire il taglio dei contributi pubblici all’editoria, con tanto di emoticon (su Facebook) del braccetto muscoloso. Il vicepremier ha così ribadito, ancora una volta, le posizioni del suo partito.

L’ordine dei giornalisti contro il vicepremier grillino

All’odg, questa ennesima presa di posizione da parte di Luigi Di Maio non è andata giù, e nello stesso post in cui si annuncia la segnalazione al consiglio di disciplina per Libero, denunciano l’atteggiamento «inaccettabile» del leader M5S: «È altrettanto inaccettabile il post di Luigi Di Maio che, strumentalizzando la vicenda, torna a compiacersi per i tagli al sostegno all’editoria. Attendiamo che il premier Conte e il sottosegretario Crimi attivino quel tavolo di ragionamento critico sui tagli all’editoria promesso in diretta dal Presidente del Consiglio durante la conferenza di fine anno. Imputare le colpe del quotidiano Libero a tutta la stampa libera è purtroppo perfettamente in linea con gli insulti generalizzati per i quali Di Maio è a sua volta atteso da un consiglio di disciplina».

(foto di copertina dalla prima pagina di Libero dell’11 gennaio 2019)

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