Salvini mostra il suo pranzo facendo pubblicità a Barilla e Star

04/12/2018 di Enzo Boldi

Partiamo da un dato di fatto. Se un giorno Matteo Salvini dovesse mai invitarvi a pranzo (o cena) a casa sua, ditegli di no. A giudicare dalle fotografie condivise sui suoi social dei suoi (poco) luculliani pasti, il leader della Lega non deve essere un genio dei fornelli, ma l’ultima spaghettata postata su Twitter e Instagram dal ministro dell’Interno ha tutti i crismi dell’illegalità. E no, questa volta non parliamo della bruttezza infinita del piatto di pasta (valutazione più che oggettiva, leggendo anche i commenti degli utenti, e che non riguarda la qualità delle materie prime utilizzate).

Matteo Salvini, per rievocare il suo vecchio mantra sul made in Italy a tavola, ha deciso di condividere con i suoi fan e con il popolo della rete la fotografia del proprio pranzo. Poteva scrivere: spaghetti al ragù di carne. Sarebbe stato tutto giusto – al netto della sovraesposizione mediatica di un ministro che poi, durante le interviste, dice di essere una persona molto riservata che non ama apparire – se non per quella sua voglia di specificare la marca dei prodotti utilizzati in quel piatto. Che poi, onestamente, guardando quella triste fotografia, nessuna delle tre aziende citate dal leader della Lega sarà soddisfatta di questa esplicita pubblicità.

 

 

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Due etti di bucatini Barilla, un po’ di ragù Star e un bicchiere di Barolo di Gianni Gagliardo. Alla faccia della pancia! Buon pomeriggio Amici😋

Un post condiviso da Matteo Salvini (@matteosalviniofficial) in data:

Matteo Salvini e la pubblicità occulta

Al netto della bruttezza del piatto, il ministro si è reso (consapevolmente) protagonista di una tripla pubblicità per tre aziende: la Barilla (per i bucatini), la Star (per il ragù) e le cantine di Gianni Gagliardo per quel che riguarda il bicchiere di vino rosso per accompagnare il proprio pasto. La scelta, soprattutto per le prime due aziende non sembra essere casuale. La Star rivendica – legittimamente in ogni sua pubblicità – la sua italianità nella scelta dei prodotti dell’intera filiera; la Barilla, invece, si era resa protagonista – attraverso le parole del suo patron nel 2013 – di una presa di posizione contro le famiglie omosessuali, anche se poi è corsa ai ripari negli ultimi anni con spot più «aperti».

La moral suasion per gli influencer dei social

Ma Salvini può condividere sui propri canali social brand e marchi? Consideriamo il fatto che l’attore politico è – per definizione – la massima espressione del concetto di «Influencer»: colui o colei che, attraverso le proprie azioni è in grado di dettare mode e tendenze. E chi meglio del leader della Lega è più abile in questo. Ed ecco che, per questi motivi, l’Antitrust potrebbe intervenire per sanzionarlo. Dal 2017 infatti, con un doppio provvedimento ribadito nel corso di quest’anno, l’Agcm ha provveduto a disciplinare le pubblicità occulte sui social network, obbligando gli influencer (anche quelli con pochi followers) a inserire l’hashtag #adv – o anche #pubblicità, #sponsorizzato, #advertising e #prodottofornitoda – all’interno di post in cui si fa riferimento a prodotti commerciali. Le multe previste per queste violazioni arrivano fino a 5 milioni di euro. Conto salato per un pranzo obbrobrioso.

(foto di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

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