Le Iene, un operaio racconta: «Ho lavorato in nero nell’azienda di famiglia di Di Maio»

26/11/2018 di Redazione

«Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ribadisce in campagna elettorale ‘Vengo da una famiglia onesta’. Lo venisse a dire a me, in faccia. Tutta questa onestà sulla mia pelle non l’ho notata». È quanto ha affermato davanti a una telecamera delle Iene (servizio dell’inviato Filippo Roma in onda domenica sera) da Salvatore Pizzo, detto Sasà,un operaio di Pomigliano d’Arco, quindi concittadino del capo politico del Movimento 5 Stelle, che rivela di aver lavorato in nero per l’azienda del padre del vicepremier. La società in questione è la Ardima Costruzioni, formalmente di proprietà di Paola Esposito, la madre del vicepremier, ma in realtà gestita dal padre del politico, Antonio Di Maio. Una ditta che dal 2012 è confluita nella Ardima srl, di cui è proprietario oggi proprio Luigi Di Maio, per il 50%, con sua sorella Rosalba.

Le Iene, il racconto di un operaio: «Ho lavorato in nero per i Di Maio»

L’operaio, padre di tre figli, ha raccontato di non essere stato messo in regola per un lungo periodo di tempo e di aver anche avuto un incidente sul lavoro durante quella sua esperienza. «Facendomi male, nel soccorrermi mi ha detto che dovevo dire che non mi ero fatto male presso la sua azienda, perché lavoravo in nero, lui si sarebbe cacciato nei guai», ha affermato. «Ho lavorato due anni con la ditta di Di Maio – ha detto ancora l’operaio –, un anno totalmente in nero, senza nessun contratto di lavoro. Ho lavorato nel 2009 e 2010. Ero un operaio manovale. Lavoravo 8 ore. Dal lunedì al venerdì. Prendevo all’incirca 1.100 o 1.200 euro. Venivo pagato in nero, con soldi cash. Mi pagava Antonio Di Maio in persona».

Salvatore ha detto di aver chiesto più volte di essere messo in regola, per avere la possibilità di ottenere gli assegni familiari, i contributi di anzianità. Ma «lui mi portava sempre per le lunghe», ha detto di Antonio Di Maio. Secondo l’operaio c’erano anche altri lavoratori in nero nella stessa ditta. In tutto «eravamo 7 o 8. E quasi la metà in nero».

«Mi disse di mentire in ospedale»

Salvatore ha raccontato di essersi fatto male in un cantiere e di essere stato invitato a mentire in ospedale. «Ebbi dei punti sul dito, l’indice della mano sinistra, un taglio profondo», ha detto. E Antonio Di Maio – ha continuato – «mi voleva portare all’ospedale di Nola, forse perché ha un cognato che è un dirigente dell’Asl. Io dissi di andare al Cardarelli a Napoli. ‘Ora non raccontare che ti sei fatto male sul mio cantiere’, mi disse lui. Mi voleva far zittire. Mi consigliò di raccontare che mi ero fatto male a casa. Ma era successo sul suo cantiere, a Pomigliano d’Arco». Salvatore decise comunque di dire la verità ai sanitari. «Mi hanno medicato e ho spiegato che mi sono fatto male presso l’Ardima Costruzioni, non avevo nulla da nascondere. Era il geometra Di Maio che si nascondeva dietro il dito».

Successivamete Antonio Di Maio ogni venerdì lo avrebbe anche accompagnato a farsi medicare ad Acerra. «Mi pagava regolarmente la settimana come se avessi lavorato, sempre in nero. Questo è successo  per quattro venerdì. Poi dalla guarigione Di Maio mi ha scaricato, mi ha detto che non avevo più lavoro, mi ha licenziato».

Dopo il licenziamento Salvatore avrebbe denunciato il ‘nero’ al sindacato: «Mi sono rivolto alla Cgil di Pomigliano d’Arco con il certificato che avevo fatto al Cardarelli e l’ho fatto chiamare. Il sindacalista gli disse ‘Signor Di Maio io qui ho un tuo lavoratore nel mio studio, si è fatto male da te, tu lo hai scaricato, per quale motivo?’. E lui: ‘Io non ho lavoro, non ho commesse, non mi serve più personale’. E il sindacalista ‘Non so se ti conviene: ‘Lui ha certificato del Caldarelli, si è fatto male nel tuo cantiere’. E lui corre ai ripari e dice: ‘Va bene, facciamo un contratto di sei mesi, mi paga tutto’. Dopo sei mesi mi scarica con il licenziamento. Si giustifica: ‘Licenziamento di finitura cantiere, non ho altre commesse’». Salvatore dice di non aver fatto causa, perché Antonio Di Maio gli avrebbe dato 500 euro per stare zitto. Lui, Sasà, avrebbe accettato per la necessità di soldi da dare alla sua famiglia.

Il ministro: «Mi dispiace, farò le verifiche, vi farò sapere»

Luigi Di Maio, raggiunto dall’inviato delle Iene Filippo Roma, ha affermato che «un datore di lavoro che tiene in nero è una persona disonesta» e che «se fosse vero» quello che racconta l’operaio, «sarebbe una cosa grave». Il capo politico M5S sostiene che tutto non può essere successo dopo il 2012, quando è entrato nella proprietà dell’azienda, come tra l’altro dice lo stesso Salvatore.

Il capo politico del M5S prende le distanze «perché io e mio padre per anni non ci siamo neanche parlati, non c’era stato un bel rapporto per anni, è migliorato negli ultimi anni». Luigi Di Maio dice di non sapere nulla di quanto dice Salvatore. «Farò delle verifiche con mio padre, se è andata così mi dispiace per quella persona: vi farò sapere a breve». «Quella persona ha il dovere di dirlo a voi e di farlo presente a tutte le autorità».

(Immagini di copertina: screenshot da video de Le Iene)

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