Il dossier sul Tav della Regione Piemonte e la versione di Travaglio sul «treno merci»

Nel corso della trasmissione di Giovanni Floris, Di Martedì, andata in onda ieri sera su La7, il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ha sostenuto che «il Tav è un treno per le merci e tutti quelli che vorrebbero salirci sopra, in realtà, non ci saliranno mai». È vero? In parte, perché si nega una parte del ragionamento. L’obiettivo principale dell’alta velocità sulla linea Torino-Lione è quello di modernizzare le strutture per i treni merci, ma – leggendo il dossier della Regione Piemonte sul tema – non si tratta solamente di questo.

Marco Travaglio ha ribadito questa sua posizione anche nel suoi editoriale di oggi su Il Fatto Quotidiano, giocando anche sul genere maschile (corretto) e femminile dell’acronimo Tav. Un gioco che, però, si trasferisce anche nella poca trasparenza in questa presa di posizione, che rende ancor più confusa la vicenda attorno alle discussioni sull’alta velocità sulla linea Torino-Lione.

Il Tav è un treno merci o no?

Partiamo da ciò che dice il dossier pubblicato sul sito della Regione Piemonte. Al punto 6 del documento chiamato «Tav Torino-Lione, domande e risposte», si legge: «Grazie alla diminuzione della pendenza dall’attuale 33‰ al 12.5‰, si dimezzano i tempi di percorrenza per i passeggeri (da Torino a Chambery si passa da 152 minuti a 73; da Parigi a Milano da 7 a 4 ore), mentre si realizza un’importante incremento della capacità nel trasporto merci (portata da 1.050 a 2.050 tonnellate e lunghezza fino a 750 metri per treno) con costi di esercizio quasi dimezzati».

Il trasporto di persone, quindi viene citato, anche se – appare evidente – come non sia l’obiettivo primario del Tav. Il trasporto merci è ciò che interessa principalmente la Torino-Lione, perché con i treni Tgv (Train à Grande Vitesse) che passano già in Val di Susa e collegano il capoluogo piemontese con la città francese il trasporto di uomini e donne è già garantito. Con il Tav, però, si ridurrebbe la pendenza dovuta alla congestione della linea ferroviaria e – di conseguenza – diminuirebbero (secondo le stime fatte dalla Regione Piemonte) i tempi di percorrenza.

La posizione di Travaglio e le mezze verità sulla questione

Quindi, da una parte Marco Travaglio ha ragione a definire il Tav come un progetto dedicato ai treni merci. Ma quel «solamente» con cui accompagna il suo ragionamento lo rende poco trasparente. Il direttore de Il Fatto Quotidiano – che richiede continuamente trasparenza nel raccontare i fatti – quando parla di Tav non fa alcun accenno agli effetti positivi che una linea dedicata solo al trasporto delle merci potrebbe avere sui tempi di percorrenza di quelli dedicati alle persone. Una critica che – rivoltandola – sarebbe applicabile anche ad alcuni esponenti della battaglia Sì Tav, che pedissequamente raccontano come il treno ad alta velocità Torino-Lione riguardi in primis il trasporto delle persone. Come spesso accade, la verità sta nel mezzo.

( Foto di copertina: Daniela Parra Saiani/Pacific Press via ZUMA Wire)

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