Il papà del web lancia Solid, una piattaforma alternativa per la protezione dei dati

Tim Berners-Lee non riconosce più la sua creatura. L’inventore del world wide web, la persona che più di tutte ha cambiato il nostro modo di vivere nell’ultimo secolo, da tempo si esprime in maniera molto critica rispetto a ciò che, adesso, è diventata la rete. Il suo sogno, quello di un internet migliore, accessibile a tutti, gratuito, si sta sempre più spesso infrangendo sugli scogli degli ultimi scandali che vedono coinvolte le big companies del web. Per questo ha provato a lanciare Solid.

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L’ultima creatura di Tim Berners-Lee: Solid

Si tratta di una piattaforma che gestisce la decentralizzazione dei dati personali. Sostanzialmente, l’utente che deve fornire dei dati per la navigazione in rete può scegliere esattamente dove inviare le proprie informazioni, selezionando siti e app ed evitando che queste stesse informazioni siano preda indiscriminata del web.

Solid si annuncia come un progetto rivoluzionario, che vuole puntare a sovvertire completamente la direzione che è stata presa da un web che lui definisce «iniquo, un motore di divisione influenzato da potenti forze che lo usano esclusivamente per i loro obiettivi». Quanto di più distante, insomma, da ciò che aveva previsto lui, al momento della sua invenzione.

Il lancio di Solid si colloca in un momento estrememente particolare per il web, con l’esplosione dello scandalo Facebook: dopo Cambridge Analytica, infatti, il social network di Mark Zuckerberg ha dovuto fronteggiare un terribile attacco hacker che ha compromesso i dati di 50 milioni di iscritti e, per precauzione, ha costretto la cancellazione di oltre 90 milioni di account.

L’obiettivo di Solid ai tempi della fuga dei dati personali sul web

Solid ha l’obiettivo di limitare al massimo questi eventi, realizzando uno spazio – all’interno del quale è possibile linkare tutte le informazioni, provenienti dall’esterno, che l’utente del web andrà a fornire per usufruire di alcuni servizi di internet. Si tratta di una cassaforte – ovviamente open source e accessibile a tutti – che punta all’obiettivo della cosiddetta true data ownership, ovvero alla reale proprietà dei dati personali.

«Ho sempre creduto che il web sia di tutti – ha affermato Tim Berners-Lee – e ho sempre lottato fieramente per proteggerlo, insieme ad altre persone. I cambiamenti che siamo riusciti ad apportare hanno creato un mondo migliore e maggiormente connesso».

FOTO: ANSA/ CLAUDIA TOMATIS

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