Dopo lo sbarco della Diciotti, emergono le storie di violenze e abusi sessuali subiti in Libia

Lo sbarco delle ultime 137 persone presenti sulla Diciotti è cominciato poco dopo la mezzanotte di domenica 26 agosto. Ad attenderli, oltre la polizia scientificia e il personale sanitario, c’erano centinaia di persone che per tutta la giornata hanno manifestato la loro solidarietà ai migranti. Qualcuno ha anche tentato di raggiungere la nave a nuoto per aggirare il blocco della polizia di Stato.

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Diciotti, sbarcati tutti migranti

La risoluzione pacifica della vicenda, grazie alla mobilitazione della Cei e a paesi come Albania e Irlanda, non deve tuttavia far dimenticare da dove vengono queste persone e cos’hanno passato prima di sbarcare a Catania.

Dai primi racconti si intuisce come in Libia quasi tutte le 137 persone siano state vittime di violenze, mentre tutte le 11 donne hanno subito stupri e abusi sessuali prima e durante il loro “soggiorno” nel paese africano.

Diciotti, storie violenza e dimissioni presidente Aifa

Lo racconta Repubblica:

Solo 7 delle 11 donne presenti sulla Diciotti hanno deciso di accettare il ricovero nell’ospedale Garibaldi. Tutte (come avevano chiesto) sono state sottoposte a una visita ginecologica e il referto è stato comune con l’accertamento delle violenze subite prima e dopo l’arrivo in Libia. Quattro di loro dunque erano rimaste a bordo accanto ai loro parenti perché terrorizzate dalla separazione. E hanno avuto intuito perché podo dopo si è appreso che il gruppo sarebbe stato smembrato.

La vicenda della Diciotti ha portato anche alle dimissioni di Stefano Vella, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, il quale ha dichiarato di non potere continuare a sostenere una situazione simile: “Non mi è possibile tollerare come medico, di presiedere un ente di salute pubblica in questo momento in cui persone vengono trattate in questo modo sul nostro territorio, dove esiste un sistema universalistico di garanzia della salute“.

(Foto credits: Ansa)

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