Cos’è lo spread | VIDEO

Spread è una parola ampiamente utilizzata in campo economico e politico che negli ultimi anni, in Italia, è entrata a far parte del linguaggio comune. Il 20 novembre ha raggiunto un nuovo massimo da diversi mesi a questa parte, sfondando quota 330 punti base.

In generale il termine viene usato per descrivere il livello di rischio connesso all’acquisto di un’obbligazione nei mercati finanziari, la differenza tra il tasso di rendimento di un titolo e quello di un altro preso come riferimento. Più nel dettaglio, nel nostro Paese per spread s’intende soprattutto il differenziale tra il tasso di rendimento dei titoli di Stato italiani e gli omologhi tedeschi. Si parla spesso di spread Btp/Bund.

Spread, cos’è

Lo Stato finanzia il proprio fabbisogno con l’emissione di obbligazioni, di titoli del debito pubblico, i titoli di Stato. I titoli di Stato rappresentano quindi il debito che le amministrazioni pubbliche hanno contratto nei confronti dei sottoscrittori, di chi ha acquistato le obbligazioni. E danno diritto a un rimborso. È il Ministero dell’Economia e delle Finanze a stabilire quanti e che tipo di titoli emettere. I titoli vengono poi collocati sul mercato attraverso un sistema di asta definito dalla Banca d’Italia. All’asta partecipano direttamente banche e sim, società di intermediazione mobiliare, mentre i risparmiatori possono entrare in possesso delle obbligazioni solo in via indiretta, affidandosi a intermediari o a sportelli degli uffici postali. Il tasso di rendimento dei titoli di Stato è legato al rischio finanziario che il mercato associa all’acquisto dei titoli stessi, alla possibilità dei creditori di essere rimborsati. Più è alto il rendimento più è alto il rischio di insolvenza dello Stato, di non essere rimborsati.

L’Italia è uno dei paesi con il più elevato debito pubblico al mondo, e per questo il differenziale tra il rendimento dei suoi titoli di Stato e quelli di un paese che ha una finanza pubblica più solida, come la Germania, viene costantemente monitorato per verificare la fiducia del mercato. Un fattore determinante per la salita è la discesa dello spread è l’equilibrio dei conti pubblici. Quando un paese come l’Italia aumenta il proprio deficit, peggiora cioè il rapporto tra entrate e spesa pubblica, o se aumenta il proprio debito pubblico, i mercati solitamente percepiscono la tendenza negativa come un maggior rischio connesso al rimborso dei titoli di Stato emessi o in procinto di essere emessi. Ciò fa calare la domanda di obbligazioni. Il rendimento, di conseguenza, tende a salire. Quando, al contrario, ci sono segnali positivi relativi alla crescita economica o alla finanza pubblica, i tassi tendono a scendere ed è probabile anche un avvicinamento tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e tedeschi.

Come si calcola

Tornando allo spread Btp/Bund, il differenziale si calcola sottraendo al tasso di rendimento dei titoli di Stato italiani quello degli omologhi tedeschi. Viene indicato in punti base. Quasi sempre si prendono in considerazioni i tassi dei titoli decennali. Se il rendimento di un’obbligazione italiana è del 4% annuo e quello di un’obbligazione tedesca del 2% la differenza è pari a 2 punti percentuali, ovvero 200 punti base. Lo spread ha un’oscillazione continua. Il differenziale infatti viene determinato, minuto dopo minuto, sulla base delle continue contrattazioni sui mercati dei titoli, delle quotazioni del mercato secondario, della variazione di domanda e offerta. Se scende la fiducia di investitori e creditori cala anche la domanda e il rendimento atteso sale per riequilibrare la domanda. Se la fiducia cresce, con domanda superiore all’offerta, il rendimento atteso tende a calare.

I titoli di Stato italiani

I titoli di Stato sono nelle mani di milioni di risparmiatori, anche stranieri. La loro diffusione è capillare perché acquistabili in un’ampia rete di uffici. Esistono due tipi di titoli di Stato italiani, quelli senza cedola (come i Buoni ordinari del Tesoro, Bot, e i Certificati del Tesoro a tasso zero, Ctz) e quelli con cedola. I titoli con cedola possono essere a loro volta titoli a cedola fissa (Buoni del Tesoro poliennali, Btp), a cedola indicizzata (Certificati di credito del Tesoro, Cct e Cct Euribor) e titoli con cedola fissa e capitale indicizzato all’inflazione (Btp€1).

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / LUCIANO DEL CASTILLO)

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