Ponte Morandi, Ministero e Autostrade conoscevano il degrado strutturale

20/08/2018 di Enzo Boldi

Gli stralci del verbale di una riunione tecnica tra Ministero delle Infrastrutture, Autostrade, Direzione generale di vigilanza e Provveditorato opere pubbliche – pubblicati dal settimanale L’Espresso, hanno messo in evidenza una verità alquanto scioccante: il Mit e la società di gestione Autostrade per l’Italia, già nel febbraio scorso, erano a conoscenza che i tiranti tra le pile 9 e 10 del Ponte Morandi erano in condizioni precarie.

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Al tavolo della riunione tecnica dello scorso febbraio, secondo quanto riporta L’Espresso, erano presenti almeno 7 tecnici – 5 dello Stato e 2 di Autostrade – che conoscevano l’erosione dei tiranti che – a quanto pare – hanno ceduto provocando il crollo del Ponte Morandi lo scorso 14 agosto, provocando la morte di 43 persone. «È risultato uno stato di conservazione degli stralli delle pile 9 e 10 discreto – si legge nel documento pubblicato su L’Espresso, nel capitolo dedicato alla descrizione dei difetti -. Tuttavia i risultati delle prove riflettometriche hanno evidenziato un lento trend di degrado dei cavi costituenti gli stralli (riduzione d’area totale dal 10 al 20%)».

Ministero e Autostrade sapevano fin da febbraio le condizioni dei tiranti del Ponte Morandi

Quindi, smentendo le parole di imprevedibilità del disastro dietro cui si è celata la Società Autostrade fin dalle prime ore dopo la tragedia di Genova, sia la società dei Benetton sia il Ministero delle Infrastrutture erano a conoscenza dello stato di salute precaria dei tiranti degli stralli di quella porzione di Ponte Morandi poi collassata. «Le indagini – si legge ancora nel verbale pubblicato da L’Espresso – sono state estese agli altri elementi strutturali che hanno evidenziato quadri fessurativi (lesioni) più o meno estesi, presenza di umidità, fenomeni di distacchi, dilavamenti, ossidazione, sulla base delle indagini svolte la società progettista ha cautelativamente stimato un grado di ammaloramento medio oscillante dal dieci al venti per cento». Altre parole a sostegno della tesi che Ministero e Autostrade fossero a conoscenza dl degrado della struttura.

Il verbale che smentisce le versioni di Ministero e Autostrade sul crollo di Genova

Il verbale della riunione del primo febbraio scorso, con cui il Provveditorato alle opere pubbliche di Genova ha rilasciato il parere obbligatorio sul progetto di ristrutturazione presentato da Autostrade, porta anche le due firme illustri dell’architetto Roberto Ferrazza e dell’Ingegner Antonio Brencich, che già nel 2016 aveva messo in evidenza i difetti strutturali del Ponte Morandi fin dalla sua nascita. Ora, entrambi fanno parte della commissione d’inchiesta nominata dal Ministro Danilo Toninelli per le verifiche e le analisi tecniche del crollo. Adesso il Governo porterà avanti le proprie inchieste per accertare i fatti, ma l’evidenza del documento pubblicato da L’Espresso mette in luce una prima verità: la società Autostrade per l’Italia e il Mit sapevano fin dallo scorso febbraio che il Ponte Morandi era una infrastruttura a rischio.

(foto di copertina ANSA/LUCA ZENNARO)

 

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