Lula dal carcere non si arrende: «Mi candido, con me il Brasile cambierà»

Quattro mesi di carcere non hanno scalfito Luiz Inacio Lula da Silva, più semplicemente Lula. In un’intervista a Repubblica rilasciata via lettera, l’ex presidente del Brasile si è detto pronto a ricandidarsi, gridando la sua innocenza e la voglia di cambiare definitivamente il suo Paese.

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Nonostante su di lui pesi una condanna a 12 anni di carcere per corruzione da scontare nella cella da 15 metri quadri della polizia federale di Curitiba, Lula si è detto fiducioso di poter partecipare alle prossime consultazioni popolari: “Nelle elezioni del 2016 ben 145 candidati a sindaco sono stati autorizzati dal Tribunale supremo a competere nelle stesse condizioni in cui mi trovo io oggi. Erano indagati, qualcuno condannato, molti in cella. Perché dovrebbe essere diverso per me. Alla lunga serie di ricorsi mancano ancora due pronunciamenti: quello del Tribunale superiore federale e appunto del Tribunale superiore elettorale“.

Anche sul suo stato di innocenza il leader della sinistra brasiliana non ha dubbi: “Visto che mi considero e sono innocente, arriveremo alle conseguenze finali. Non mi tiro indietro. Se vogliono batterci lo dovranno fare nelle urne. Democraticamente“.

Nella lunga intervista Lula concede anche una lucida analisi sull’attuale situazione che sta vivendo il suo Paese: “Il Brasile sta vivendo un periodo buio, di grande regressione sociale e istituzionale. E lo vive dopo avere compiuto uno straordinario salto storico. Abbiamo avuto più di un decennio di prosperità economica e di inclusione sociale, con una piena democrazia. Abbiamo liberato 40 milioni di brasiliani dalla miseria, abbiamo superato la fame, abbiamo creato 20 milioni di nuovi posti di lavoro, abbiamo portato dentro le università i più poveri, i neri, gli indigeni. Adesso vediamo tutti come sono tornate la fame e la miseria; 13 milioni di persone hanno perso il lavoro, altri tre hanno rinunciato persino a cercare un impiego perché non c’è più offerta“.

Dai sondaggi Lula è dato al 30-35% e sarebbe uno degli ideali favoriti alla presidenza. Il motivo, per lui, non può essere più semplice: “Leader di vari Paesi affermano che il mio arresto ferisce la democrazia. Da quando sono stato condannato il mio nome è cresciuto nei sondaggi“.

(Foto credits: Ansa)

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