Rai, Salini è stato dg della renziana Stand By Me che curò la campagna per il referendum

Non solo Sky e La7. Nel curriculum di Fabrizio Salini, nuovo amministratore delegato della Rai appena nominato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, recentemente si era aggiunta un’altra voce. Quella cioè di direttore generale di Stand By Me. Ai più questo nome non dirà molto. Ma gli addetti ai lavori sanno benissimo che Stand By Me è una società di produzione televisiva e multimediale indipendente. Molto vicina a Matteo Renzi, per il quale ha curato la campagna per il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.

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Fabrizio Salini già dg di Stand By Me

Anche se non c’è un diretto collegamento tra Fabrizio Salini e l’attività referendaria in cui è stata impegnata Stand By Me (la sua nomina come direttore generale è arrivata a inizio 2018), il legame con l’universo renziano è molto forte. Il CEO di Stand By Me, infatti, è Simona Ercolani da sempre collegata agli ambienti della Leopolda.

Inoltre, Stand By Me il 14 febbraio 2017, presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo Economico, ha registrato il brand In Camminoovvero l’etichetta sotto la quale Matteo Renzi aveva in cantiere di riprogrammare la sua attività politica post-referendum e post-dimissioni da presidente del Consiglio, mutuandola da quella del collega francese Emmanuel Macron (In Cammino è la traduzione letterale di En Marche).

Fabrizio Salini, una scelta da cambiamento?

Insomma, essere stato direttore generale di un’azienda che ha questi trascorsi porta inevitabilmente Fabrizio Salini quantomeno a conoscere molto bene alcuni ambienti renziani. Con queste premesse, la direzione del cambiamento – che il governo Lega-M5S vorrebbe imporre con le sue scelte, compresa quella del nuovo cda della Rai – sembra proprio un ritorno al passato. Con un servizio pubblico diretto da una personalità che qualche legame con il mondo di Matteo Renzi (e quindi con la classe dirigente precedente) ce l’ha.

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