Brexit, la premier May: «Stop agli europei che arrivano in cerca di lavoro»

12/07/2018 di Redazione

Parole destinate a far discutere, nei giorni in cui i leader europei sono impegnati in un acceso confronto sulla gestione dei flussi di immigrati. A pronunciarle (a scriverle, in verità) è stata la premier britannica Theresa May. «Non sarà più permesso alle persone di arrivare dall’Europa nella remota possibilità che possano trovare un lavoro», ha detto con un post su Facebook parlando della Brexit. «Accoglieremo sempre – ha aggiunto – i professionisti qualificati che aiutano la nostra economia a prosperare, dai dottori alle infermiere, agli ingegneri e agli imprenditori ma, per la prima volta da decenni, avremo il pieno controllo dei nostri confini».

Theresa May: «Stop agli europei in cerca di lavoro»

Proprio la scorsa settimana il governo britannico ha elaborato un piano per la Brexit. E oggi May ha chiarito che quel piano genererà uno stop alla libertà di movimento. «Significa la fine della libertà di movimento? Potremo siglare i nostri propri accordi commerciali? E il Regno unito sarà al di fuori della giurisdizione della Corte europea? Sono lieta di dire che le risposte sono molto semplici: sì, sì e sì», ha scritto ancora la premier su Facebook.

Il Libro Bianco sulla piattaforma negoziale con l’Ue

L’intervento della May è arrivato nelle stesse ore della presentazione del Libro Bianco (White Paper) sui dettagli della nuova piattaforma negoziale più soft con l’Ue da parte del governo May, che nei giorni scorsi era stato annunciato nelle sue linee principali. Stamane, lasciando il vertice Nato, May ha detto (a chi le chiedeva se dubitava che l’Ue accetterà la proposta appena presentata sulle relazioni future) che «finora siamo sempre stati ascoltati dagli altri leader e anche da Bruxelles», e «a ogni stadio» della Brexit «abbiamo sempre ottenuto quel che volevamo e continueremo a farlo». Il Libro Bianco elaborato dal governo  britannico ha i contorni di un futuro accordo di associazione con l’Ue secondo il modello di Paesi come l’Ucraina più che la Norvegia.  Nelle sue 98 pagine viene suggerita tra l’altro la creazione di un consiglio ministeriale bilaterale destinato a riunirsi due volte all’anno, una a livello di leader, e di un «robusto» organismo arbitrale per dirimere le dispute su intese commerciali e politiche.

(Foto di copertina  Zumapress da archivio Ansa. Credit immagine: Thierry Roge / Belga via ZUMA Press)

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