La retromarcia del M5S sui voucher, un anno fa Di Maio e Di Battista volevano abolirli

05/07/2018 di Redazione

«Indecenza». In un accalorato intervento in Aula alla Camera dei Deputati, un anno e mezzo fa, a gennaio 2017, l’esponente del M5S Alessandro Di Battista definiva così i voucher, i buoni lavoro per le prestazioni occasionali, sui quali il governo Gentiloni si apprestava ad intervenire per disinnescare il referendum per la loro eliminazione promosso dalla Cgil. «Dato che si tratta di un far west assoluto meglio abolirli in questo momento del tutto, e l’unico per abolire questa indecenza è un referendum popolare. Il popolo italiano deve esprimersi», affermava con la consueta veemenza il deputato grillino. Ma non era da meno anche l’altro big del Movimento, l’attuale vicepremier e ministro Luigi Di Maio. «Noi siamo per l’abolizione di questo strumento – spiegava a marzo 2017 – che può rimanere se riportato ai casi limitati per i quali era stato previsto. Ma bisogna vedere il lavoro che si riuscirà a fare in Parlamento». Se poi si arriva al referendum «voteremo per l’abrogazione».

 

 

Il governo: «Sì ai voucher, assolutamente»

Parole che cozzano con quelle espresse in questi giorni. In un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio ha ribadito che i voucher in agricoltura e nel turismo saranno reintrodotti. «Sono fondamentali – ha detto -. E tutte le associazioni di categoria sono d’accordo. Con Di Maio ne discuteremo ma ho già spiegato che a me non interessa falsare i dati sull’occupazione, facendo figurare tra gli occupati anche coloro che lavorano con ivoucher. Non mi interessa dire che con i voucher in agricoltura avremmo 50mila occupati in più. Mi interessa garantire la produzione anche con lavori occasionali, purché legali, con contributi e tutele. Anche perché l’alternativa è il lavoro nero». «I sindacati – ha aggiunto il ministro – non mi hanno affatto convinto sui voucher. Io vado avanti per la mia strada».

Il Pd: «Di Maio e M5S proporranno un referendum contro se stessi?»

La retromarcia del Movimento 5 Stelle non è passata inosservata all’opposizione. Il Pd evidenzia la contraddizione. Il deputato Dem Michele Anzaldi sulle sue pagine social ha scritto: «Per anni Di Battista, Di Maio e M5S hanno ripetuto in tutte le tv la balla che per colpa del Pd eravamo diventati una repubblica fondata sui voucher. Ora quei voucher, che il governo del Pd ha abolito, verranno rimessi proprio da Di Maio e il Governo M5S». La deputata del Partito Democratico Alessia Rotta invece si chiede se il Movimento proporrà un referendum contro se stesso. «Di Maio – ha dichiarato – di governo è pronto ad accettare il ritorno dei voucher, Di Maio di opposizione, invece, era ‘per l’abolizione di questo strumento’, a tal punto da affermare che il Movimento 5 Stelle avrebbe votato sì a un eventuale referendum abrogativo. La poltrona di ministro del lavoro evidentemente influenza anche i più saldi principi». E ancora: Solo un anno fa Di Battista interveniva in Aula per urlare che i voucher erano da abolire con un referendum popolare, tra gli applausi dei suoi colleghi del movimento. Mentre ora nessuno leva un fiato sull’argomento». «La leadership di Salvini nel governo gialloverde è sempre più netta. A Di Maio e ai 5 Stelle – ha concluso Rotta – non resta che proporre un referendum contro il loro stesso governo».

(Immagine di copertina: frame da video di YouTube )

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