Salvini continua la caccia alle Ong: «Altre due navi al largo della Libia, si cerchino porti non italiani»

Mentre l’Aquarius e i 629 migranti al centro dello scontro politico tra l’Italia e l’Europa hanno raggiunto il largo di Maiorca e sono in attesa di arrivare nel porto di Valencia, il ministro degli Interni Matteo Salvini continua il suo braccio di ferro personale con le Ong impegnate nel Mediterraneo.

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Tutto a scapito di persone (non migranti, non profughi nè immigrati) che con la politica c’entrano ben poco.

Salvini-Ong, braccio di ferro continuo

Buona giornata Amici – si legge in un post pubblicato su Facebook – mentre la nave della Ong Aquarius naviga verso la Spagna (arrivo previsto domani mattina) altre due navi di Ong con bandiera dell’Olanda (Lifeline e Seefuchs) sono arrivate al largo delle coste della Libia, in attesa del loro carico di esseri umani abbandonati dagli scafisti. Sappiano questi signori che l’Italia non vuole più essere complice del business dell’immigrazione clandestina, e quindi dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi. Da ministro e da papà, possono attaccarmi e minacciarmi quanto vogliono, ma io non mollo e lo faccio per il bene di tutti. #chiudiamoiporti“.

In particolare, la nave dell’Ong Lifeline nella notte è stata impegnata in un’operazione di soccorso che ha coinvolto 118 persone. Il loro futuro rimane incerto ma quasi sicuramente non arriveranno in Italia. Salvini, infatti, ha deciso che il sovranismo si debba riacquistare in mare e non a Bruxelles o a Strasburgo, dove ha svolto attività di europarlamentare per diversi anni.

A quanto (non) si apprende, il trattato di Dublino non è ancora stato messo in discussione e dalle parole gli unici fatti accertati sono che le prime vittime di questa politica sono i migranti stessi, messi sotto ricatto a loro insaputa.

(Foto credits: Ansa)

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