A Roma spunta la scritta «Mattarella Golpista»

Zona Prati, via Settembrini. Da qualche giorno è comparsa la scritta «Mattarella Golpista», l’ennesimo attacco al presidente della Repubblica dopo lo stallo istituzionale dovuto all’assenza di un governo a cui affidare l’incarico, dopo la rinuncia di Giuseppe Conte. E così, oltre agli insulti via social network e su internet in generale, il capo dello Stato deve anche subire gli attacchi dei «Pasquini» romani, che lasciano i loro messaggi sui muri della Capitale.

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Mattarella golpista, la scritta comparsa a Roma

La definizione «Mattarella Golpista», tuttavia, sorprende per una serie di motivazioni. Innanzitutto, l’enfasi data all’appellativo e il forte contrasto con l’animo mite del presidente della Repubblica. Insomma, quando pensiamo al golpe, ci vengono in mente rivoluzionari latino-americani, non certo un politico che ha militato per anni nella Democrazia Cristiana e che, in questo momento, ricopre la più alta carica istituzionale, figura di garanzia per la corretta applicazione della Costituzione.

E anche per la semantica che sta dietro al termine «golpista», non certo vicina all’universo pentastellato o leghista (principale accusatore del presidente Mattarella, specialmente nelle giornate di domenica e lunedì).

Mattarella golpista, la provocazione tra il serio e il faceto

Del resto, negli ultimi giorni, erano comparse anche diverse altre scritte accusatorie nei confronti di Sergio Mattarella, non prive di un certo grado di ironia. In modo particolare, uno striscione collocato su un cavalcavia di una delle strade che attraversano la Capitale, definiva il presidente della Repubblica «laziale». E si può benissimo immaginare da quale sponda calcistica provenga la provocazione.

In ogni caso, la definizione di Mattarella «golpista» – che potrebbe anche essere etichettata sotto la categoria boutade – non ha corrispondenza con la realtà dei fatti. L’iter seguito dal presidente della Repubblica risponde esattamente a quanto previsto dalla Costituzione. Tant’è che anche l’iniziale richiesta di messa in stato d’accusa, agitata sia dal Movimento 5 Stelle, sia da Fratelli d’Italia, non ha trovato corrispondenza nei fatti, con la marcia indietro delle due forze politiche rispetto ai loro iniziali propositi belligeranti. Ma il clima che si è venuto a creare in questi giorni, porta inevitabilmente anche a queste distrazioni dalla realtà.

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