Paolo Bargiggia si scaglia contro «Balotelli capitano della nazionale»

30/05/2018 di Redazione

Paolo Bargiggia sta attraversando una nuova fase della sua carriera. Da giornalista sportivo esperto di calciomercato, è passato a commentare sempre più spesso eventi legati alla vita politica del nostro Paese. Ovviamente, dal punto di vista nazionalista e sovranista. Bargiggia, in passato, ha anche collaborato con Il Primato Nazionale, la rivista mensile molto vicina a CasaPound. Ora, la sua attenzione si è concentrata su un tema a metà tra il calcio e la politica: l’assegnazione della fascia di capitano a Mario Balotelli in seguito alle offese razziste rivolte all’attaccante del Nizza.

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Bargiggia contro Balotelli: «Mi vergogno di essere italiano, se lui sarà capitano della nazionale»

Bargiggia prende le distanze da questa circostanza, che è stata ipotizzata anche da commentatori dei principali quotidiani sportivi nazionali e su Twitter scrive: «Leggendo oggi le ipocrite e strampalate teorie della stampa sportiva che sponsorizza Balotelli come capitano della nazionale contro il razzismo, mi vergogno un casino di essere italiano e giornalista. E consiglio al ragazzo di portare rispetto per i veri discriminati».

Bargiggia contro Balotelli, le discriminazioni a cui venne sottoposto il calciatore

Non è chiaro il riferimento del commentatore sportivo. Senz’altro non considera Balotelli un calciatore discriminato – cosa che, tuttavia, non ha un riscontro con la realtà, perché l’attaccante ha dovuto subire diverse offese a stampo razzista -, mentre non si capisce il motivo per cui la fascia di capitano assegnata all’attaccante dovrebbe suscitare un sentimento di vergogna «per essere italiano».

Il commento di Paolo Bargiggia, tra l’altro, arriva in un momento particolare della carriera di Balotelli. Nel corso dell’amichevole contro l’Arabia Saudita, l’attaccante era stato indirettamente attaccato da uno striscione che recitava: «Il mio capitano è di sangue italiano». Inoltre, nella giornata di oggi Balotelli ha rilasciato alcune dichiarazioni contemporaneamente al lancio della sua biografia Demoni: «Diciotto anni di porte sbattute in faccia, per avere la cittadinanza. Poi le porte si sono spalancate. Io ero lo stesso di prima. Ma quanti pianti con mia madre».

 

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