Governo, Di Maio apre al nuovo accordo con la Lega: «Savona in squadra»

30/05/2018 di Redazione

Il rebus governo è ancora irrisolto. Lo stallo politico-istituzionale continua ma un’apertura decisa è stata registrata da parte del capo politico M5S Luigi Di Maio dopo l’incontro informale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’esponente pentastellato ha dichiarato con una diretta su Facebook di avere ancora fiducia nel contratto stipulato con la Lega, con un cambio: basta Savona al ministero dell’Economia, il quale si dovrebbe “accontentare” di un altro ruolo nel cosiddetto governo del cambiamento. “Se questa XVIII legislatura deve lasciare un ricordo – spiega – deve farlo per un governo politico e non tecnico. Se ci dobbiamo ritrovare un governo Cottarelli che non prenderà i voti in Parlamento perché non li ha nel paese solo perché c’è un ministro che non è accettabile dal Quirinale dobbiamo fare un ragionamento: la squadra dei ministri è già pronta, il premier è Giuseppe Conte. Troviamo una persona della stessa caratura, levatura e libertà di Savona e lui resta nel governo in un’altra posizione di ministro. È una proposta che faccio pubblicamente e vediamo se riusciamo a risolvere la situazione”

Dopo il colloquio di ieri conclusosi con un nulla di fatto, stamattina il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli è salito di nuovo al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si è trattato di un incontro informale. Nel pomeriggio, l’ex commissario alla spending review è rientrato a palazzo Montecitorio, per poi tornare nuovamente al Colle alle 17.50.

Ma non c’è stata alcuna novità. Il Quirinale, infatti, fa sapere che Carlo Cottarelli non tornerà già questa sera al Quirinale per sciogliere la riserva e che non si vogliono forzare i tempi per un esecutivo politico. Il rallentamento, tuttavia, è dovuto all’emergere di evoluzioni riguardo all’evoluzione politica e non certo alla difficoltà nel compilare la lista dei ministri di un esecutivo Cottarelli.

In ambienti a lui vicini era stato fatto osservare in giornata che «sono emerse nuove possibilità per la nascita di un governo politico». Questa circostanza, «anche di fronte alle tensioni sui mercati», avrebbe indotto Cottarelli, «d’intesa con il Presidente della Repubblica», «ad attendere gli eventuali sviluppi». Ma resta in campo l’ipotesi dell’esecutivo tecnico guidato dal professore. Il premier incaricato è poi tornato al Colle nel pomeriggio. Ma anche il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, nel pomeriggio si è recato al Quirinale per un colloquio informale con il capo dello Stato.

 

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(Foto Ansa/Abca da archivio Ansa)

 

Dunque, governo politico o governo tecnico? La risposta ancora non c’è. Cottarelli attende risposte. Mattarella pure. In giornata partiti hanno lavorato anche per verificare la possibilità di far nascere un governo Cottarelli attraverso una non sfiducia (una fiducia tecnica) delle due Camere. L’economista, seguendo questa strada, dovrebbe andare in Parlamento per raccogliere l’astensione di tutti i principali gruppi parlamentari e pochi voti di sostegno. Al centro della trattativa per il governo tecnico ci sarebbe soprattutto la durata del governo e il suo obiettivo, quello di varare alcuni provvedimenti economici e portare il Paese ad elezioni anticipate in autunno. Tra le forze politiche c’è infatti chi preferirebbe limitare al minimo durata del nuovo, eventuale, governo tecnico e i provvedimenti da approvare e chi invece vorrebbe far durare l’esecutivo fino al mese di ottobre, eventualmente anticipando la legge di Stabilità e la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia per evitare l’aumento dell’Iva.

L’intesa non è comunque semplice. Il Movimento 5 Stelle non è intenzionato ad astenersi. «Governo politico o voto», è la posizione ufficiale dei pentastellati, espressa senza giri di parole dal capo politico Luigi Di Maio. «Il M5S – ha chiarito -voterà contro» un eventuale governo tecnico. Il leader della Lega Matteo Salvini, intanto, ha fatto sapere che il suo partito non ha intenzione di ostacolare soluzioni per le emergenze. Il segretario ha chiuso la porta al M5S («Riapertura? Non siamo al mercato», ha detto in mattinata) ma poi ha rievocato l’intesa raggiunta: «O il Governo parte col contratto firmato e approvato dagli italiani nelle piazze, e con la squadra al completo concordata, magari con l’aggiunta di Giorgia Meloni, oppure avrà vinto chi dice sempre no». Dalle parti di Forza Italia infine, la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini: «Governo politico o voto».

Governo, politico o tecnico? Cottarelli e Mattarella in attesa

L’ipotesi di un governo politico M5S-Lega sembrava accantonata definitivamente in mattinata. Ieri Cottarelli ha lasciato il Quirinale senza sciogliere la riserva. Dopo poco ha preso corpo l’ipotesi di un nuovo tentativo di Movimento 5 Stelle e Lega per un esecutivo politico, con il leader del M5S Di Maio che ha perfino archiviato la richiesta di impeachment del presidente Mattarella e si è detto pronto a collaborare con il capo dello Stato. Ma l’opzione del ritorno all’asse pentastellati-Carroccio è stata poi smentita dal segretario della Lega Salvini. «Non siamo al mercato», ha detto stamattina il leader leghista rispondendo all’apertura di Di Maio. «Si torni al voto presto, ma non a fine luglio», ha poi aggiunto. Si è parlato anche di un possibile incarico al segretario del Carroccio per formare un governo di centrodestra (altra soluzione complicata perché servirebbe l’astensione di uno o più gruppi parlamentari).

 

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(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ANGELO CARCONI)

 

Per consentire il via al governo Cottarelli si parla di astensione o uscita dall’aula durante il voto di fiducia. Si pensa dunque alla formula della non ostilità a soluzioni di emergenza purché, in linea con quanto chiede Salvini, si torni presto al voto ma non in piena estate. Il Carroccio, che è l’unica formazione politica che sembra avere margini di movimento (potendo dialogare sia con M5S che con Forza Italia), è comunque favorevole a un percorso ordinato verso il voto che permetta di arrivare a una data compatibile per le elezioni anticipate. L’ipotesi più concreta al momento sembra essere quella mese di settembre. Si attende comunque una soluzione ufficiale della Lega, e si attendono sviluppi dal Quirinale. No all’astensione da parte del Movimento Stelle.

La squadra dei ministri snella

Ieri era stato previsto il giuramento dei ministri e del premier per la giornata di oggi. Poi il rinvio ha cancellato ogni road map. Un eventuale squadra dei ministri guidata da Cottarelli dovrebbe essere snella. Si è parlato di una decina o una dozzina di componenti. Appena ricevuto l’incarico lunedì mattina, l’economista si è impegnato a non candidarsi alle prossime elezioni e si è impegnato a chiedere lo stesso a tutti i membri del futuro governo.

 

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Salvini: «O il programma e la squadra presentati o il voto»

Mentre Di Maio non escludeva l’ipotesi di un governo con la Lega, rinunciava a chiedere l’impeachment di Mattarella e si diceva pronto a collaborare con il Quirinale, Salvini stoppava l’ipotesi di un nuovo tentativo giallo-verde senza giri di parole. Sulla riapertura del M5S al Carroccio, stamattina a Pisa il segretario ha risposto: Di Maio riapre «a chi? A che cosa? Non è che siamo al mercato. Io ho una dignità e una serietà, abbiamo rinunciato a posti, poltrone, presidenze, ministeri per mantenere la parola data agli italiani, ci hanno detto no, no, no». «Ora – ha proseguito il segretario della Lega – spieghi Mattarella come uscirne, noi a disposizione per accompagnare il Paese al voto il prima possibile». Poi, a chi gli ha chiesto se un governo M5S-Lega sia ancora possibile, Salvini ha risposto: «Ma ci abbiamo lavorato un mese, ci hanno detto questo ministro non va bene, quell’altro ministro non va bene, deve essere simpatico alla Merkel, a Macron, ai commissari europei. Ragazzi, l’Italia non è un paese schiavo di nessuno».

 

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(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / GIANNI NUCCI)

 

Durante il comizio a Pisa Salvini ha dunque chiarito di preferire le elezioni, ma non a luglio. «Spero che si torni al voto prima possibile ma non a fine luglio perché ci sono le sacrosante ferie degli italiani e i lavoratori stagionali», ha detto il segretario del Carroccio. Il leader leghista ha detto anche che la Lega «domenica sarà in tutte le piazze italiane per chiedere l’elezione diretta del presidente della Repubblica, tanto fa quello che vuole lo stesso e allora tanto vale che lo eleggano i cittadini». Salvini ha annunciato una raccolta di firme per presentare una legge di iniziativa popolare.

 

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Gli stessi concetti Salvini li ha espressi anche nel pomeriggio intervenendo a Sarzana, in provincia della Spezia. «Come Lega – ha detto il segretario del Carroccio – le abbiamo provate tutte per dare un governo a questo Paese. Con il centrodestra non andava bene, con i Cinque Stelle non andava bene. Noi ci siamo. Basta che non perdano più tempo e non prendano più in giro le persone. O si beccano il programma e la squadra che abbiamo presentato oppure facciano altro e ci facciano votare». E ancora: «Tutti sanno come la penso dal 4 marzo – ha detto il leader leghista -. Abbiamo coerenza e lealtà. Se si vuole c’è un contratto di governo con una squadra pronta. Eravamo pronti a partire la settimana scorsa e non ce lo hanno permesso. Basta che nessuno metta veti al programma o alla squadra». I giochi sono ancora aperti, dunque? «Sì, ma gli italiani si stanno stufando. Si tratta di un momento estremamente delicato. Noi attendiamo».

Salvini immagina e spera anche in un appoggio di Fratelli d’Italia a un ipotetico governo M5S-Lega. «O il governo parte col contratto firmato e approvato dagli italiani nelle piazze, e con la squadra al completo concordata, magari con l’aggiunta di Giorgia Meloni, oppure avrà vinto chi dice sempre no».

Giorgetti: «Governo politico? Non ci siamo riusciti»

Il vicesegretario della Lega e capogruppo alla Camera Giancarlo Giorgetti ha manifestato scetticismo rispetto all’ipotesi di nuovo tentativo di andare al governo con il Movimento 5 Stelle. «Un governo politico? Ci abbiamo provato, non ci siamo riusciti», ha risposto l’esponente del Carroccio a Montecitorio oggi a chi gli chiedeva come debbano essere interpretate le indiscrezioni circa l’attesa del premier incaricato per un governo politico. E sulla possibilità che si formi un governo del centrodestra, Giorgetti ha tagliato corto: «Sono solo voci». In qualche ambiente di palazzo era filtrata anche l’indiscrezione di una sua possibile salita al Quirinale. Tuttavia, qualche minuto fa, l’ufficio stampa della Lega ha smentito questa circostanza: «Contrariamente a quanto riportato da alcune agenzie e quotidiani online, Giancarlo Giorgetti non è andato al Quirinale e non è previsto che vada».

 

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Di Maio: «Il M5S voterà contro il governo tecnico»

Il Movimento 5 Stelle sembra non ha alcuna intenzione di astenersi in aula nei confronti del governo Cottarelli. La decisione definitiva verrà assunta nel corso dell’assemblea congiunta di deputati e senatori in programma alle 19. Ma la posizione ufficiale è prevedibile e chiara. «Governo politico o voto», ha sottolineato il leader Di Maio. E ancora: «Il M5S voterà contro» un eventuale governo tecnico. Nel pomeriggio, anche Di Maio si è recato al Quirinale dal presidente Mattarella per un incontro informale. Il capo politico è poi rientrato a Montecitorio senza rilasciare dichiarazioni.

 

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(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / MASSIMO PERCOSSI)

 

Castelli: «Stupisce che Savona non faccia un passo indietro»

Tra i 5 Stelle, in qualche modo, c’è chi chiede un passo indietro del professore Paolo Savona, il nome che ha rappresentato l’ostacolo principale alla nascita di un governo politico M5S-Lega guidato da Giuseppe Conte. La deputata M5S Laura Castelli ha dichiarato: «Abbiamo sempre detto che o parte un governo politico con la maggioranza esistente in Parlamento e che ha scritto il contratto di governo, M5S e Lega, o per noi si deve tornare al voto subito. Sono ore cruciali e c’è una situazione di instabilità che rischia di essere pagata dai cittadini e dal Paese. Stupisce che Paolo Savona, persona di grande spessore culturale e sensibilità politica, non abbia ancora maturato la decisione di fare un passo indietro».

 

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Forza Italia: «Governo politico o voto»

Anche dalle parti di Forza Italia la soluzione del governo tecnico non viene gradita. «O parte un governo politico – ha dichiarato la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini durante l’assemblea del gruppo a Palazzo Madama – o si va al voto». «Io credo – ha spiegato la senatrice – che in tale ipotesi il centrodestra unito è la soluzione migliore. Il vero, unico voto utile per l’Italia è quello per la coalizione tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia che darà a noi la possibilità di formare un governo forte, autorevole che affronti seriamente e efficacemente i gravissimi problemi che vivono i cittadini».

 

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Cottarelli senza voti in Parlamento

Le difficoltà che incontrerebbe un governo guidato da Cottarelli all’assenza di sostegno in Parlamento. Nessuna delle forza politiche sembra disposta a votare la fiducia ad un esecutivo dell’economista. Sembra impossibile che si formi una maggioranza alla Camera e al Senato. È un problema perché il presidente della Repubblica Mattarella vorrebbe  mandare il presidente del Consiglio incaricato davanti alle Camere solo con i partiti disponibili a votare favorevolmente. Stando alle dichiarazioni di questi giorni, voterebbero sicuramente contro almeno 4 tra i 5 principali gruppi parlamentari: Movimento 5 StelleLegaForza Italia e Fratelli d’Italia. Per quanto riguarda la Camera, se si considerano i 222 deputati M5S, i 125 del Carroccio, i 104 di Fi e i 32 di Fdi, il fronte dei contrari raggiunge i 483 voti, su un totale di 630 deputati. La maggioranza assoluta dei seggi si raggiunge a quota 316 seggi. Per quanto concerne invece il Senato i senatori pentastellati sono 109, i leghisti 58, quelli di Forza Italia 61. Si arriva, considerando solo questi tre gruppi, a 228 voti contrari. La maggioranza assoluta si raggiunge con circa 160 voti. Il Pd è orientato all’astensione.

 

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(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ANGELO CARCONI)

 

L’ultimo totoministri

Continuano a circolare ipotesi sulla squadra di ministri di un eventuale governo Cottarelli. Nel totonomi sono finiti: Guido Tabellini, ex rettore dell’Università Bocconi, in pole per il ministero dell’Economia; Enrico Giovannini, ex presidente dell’Istat e già ministro del Lavoro tra 2011 e 2014 nei governi Monti e Letta; il prefetto Francesco Paolo Tronca, membro del Consiglio di Stato, che tra il 2015 e il 2016 Commissario straordinario di Roma Capitale; il giurista Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato; la diplomatica Elisabetta Belloni, qualche settimana favorita per la guida di un governo neutrale dopo il fallimento degli incarichi esplorativi che il capo dello Stato aveva affidato ai presidenti di Camera e Senato; Enzo Moavero Milanesi, già ministro degli Affari Europei nei governi Monti e Letta; il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità Walter Ricciardi; Paola Severino, ministro della Giustizia del governo Monti; Anna Maria Tarantola, ex presidente della Rai; l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, fino a tre anni fa Capo di Stato Maggiore della Difesa.

 

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(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ANGELO CARCONI)

 

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Lo spread ancora alto

C’è ancora preoccupazione sui mercati finanziari per lo stallo politico-istituzionale. Lo spread tra Btp e Bund oggi in apertura viaggiava stabilmente in area 270 punti base, con il rendimento del decennale italiano in calo al 3,02%. Ieri mattina il differenziale tra rendimento dei titoli di Stato decennali italiani ed omologhi tedeschi è schizzato oltre i 300 punti. Una conferma è arrivata in tarda mattinata con il rialso dei tassi nell’asta di Btp a 5 e 10 anni. Il rendimento medio del Btp decennale è volato al 3%, il livello più alto da maggio 2014, da 1,70% del collocamento di aprile. Precisamente sono stati assegnati titoli di Stato per 1,82 miliardi di euro. È balzato anche il rendimento del quinquennale, schizzato al 2,32% dal 0,56% precedente. In questo caso sono stati assegnati 1,75 miliardi. La domanda ha superato i 2,68 miliardi.

(Foto di copertina da archivio Ansa)

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