Governo: Cottarelli prende tempo, ma Di Maio vuole un’altra chance con la Lega

29/05/2018 di Redazione

Nulla di fatto anche oggi per la nascita del governo tecnico che dotrebbe accompagnare il Paese a nuove elezioni politiche. Oggi pomeriggio, alle 16.30, il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli è salito al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella (si è ipotizzato per sciogliere la riserva e presentare la sua lista dei ministri). Ma alle 17.15 circa l’economista ha lasciato il Colle per tornare alla Camera dei Deputati senza rilasciare dichiarazioni. Nello sgomento generale, è Luigi Di Maio a ribaltare nuovamente la scena: in un comizio a Napoli, infatti, si è detto pronto a ripartire e a chiedere un’altra chance al presidente della Repubblica. «Una maggioranza c’è in Parlamento fatelo partire quel governo ma basta mezzucci – ha detto il leader del Movimento 5 Stelle -. Perchè di governi tecnici, istituzionali, non ne vogliamo. Perchè quelli traseno e sicc e si mettono e chiatte come diciamo noi. La maggioranza in Parlamento c’è, fatela ripartire». Di Maio, inoltre, ha fatto una nuova retromarcia sull’impeachment al presidente della Repubblica che – a questo punto – non è più sul tavolo.

Mattarella e Cottarelli, in ogni caso, si rivedranno domani mattina per tentare di chiudere la squadra di governo. «Stiamo approfondendo alcune questioni sulla lista dei ministri, ma non ci vorrà molto» – ha detto il presidente del Consiglio incaricato entrando alla Camera.

È stato il portavoce del presidente Mattarella, Giovanni Grasso, a riferire ai giornalisti presenti al Quirinale che Cottarelli, dopo il colloquio di questo pomeriggio con il capo dello Stato, ha lasciato il Colle e che tornerà per un nuovo colloquio domani mattina. Il premier incaricato «ha riferito al presidente della Repubblica lo stato della situazione. I due si rivedranno domani mattina», ha detto Grasso ai cronisti.

 

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(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

 

Prendono corpo intanto le voci di una rinuncia di Cottarelli e l’ipotesi di elezioni a luglio. Sarebbe stato proprio il pressing generale per tornare alle urne prima di agosto a bloccare il tentativo del premier incaricato. Nel corso dell’incontro al Quirinale l’economista ha fatto il punto della situazione con Mattarella, che ha deciso di prendere tempo per valutare fino a che punto ci sia convergenza tra le forze politiche per elezioni entro luglio. Dovrebbe esserci dunque un rapido giro di consultazioni, informale, che coinvolgerebbe lo stesso Cottarelli, che poi andrebbe a riferire al presidente della Repubblica entro domani mattina. L’ipotesi su cui si discute è quella di voto anticipato al 29 luglio. Sulla soluzione delle elezioni prima si agosto si sono espressi positivamente diversi esponenti di ogni forza politica, dal M5S al Pd, dalla Lega a Forza Italia. L’incertezza politica non ha alleviato la preoccupazione sui mercati. La Borsa di Milano ha chiuso in calo con il Ftse Mib che ha ceduto il 2,65% a 21.350 punti.

 

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In giornata era stato previsto il giuramento dei ministri e del premier Cottarelli per domani, mercoledì. Poi il rinvio ha cancellato ogni road map. Si è parlato anche di dodici componenti della squadra di ministri guidata dall’economista. Cottarelli, appena ricevuto l’incarico, lunedì mattina, si è impegnato a non candidarsi alle prossime elezioni e si è impegnato a chiedere lo stesso a tutti i membri del futuro governo.

 

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(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / QUIRINALE PRESS OFFICE / PAOLO GIANDOTTI)

Governo, Cottarelli chiede tempo: ipotesi elezioni anticipate al 29 luglio

Il premier incaricato Cottarelli ha ricevuto l’incarico di formare un nuovo governo dal capo dello Stato lunedì mattina. Mattarella lo aveva convocato al Quirinale il giorno prima, domenica sera, subito dopo la rinuncia all’incarico da parte del professore Giuseppe Conte, che era stato proposto da Movimento 5 Stelle e Lega, presidente incaricato per quattro giorni.

I numeri alla Camera e al Senato

Le difficoltà prevedibili dell’ipotetico esecutivo Cottarelli in procinto di nascere sono legate allo scarso sostegno in Parlamento. È difficile immaginare come possa formarsi alla Camera e al Senato una maggioranza disposta ad appoggiare il nuovo esecutivo. Sia a Montecitorio che a Palazzo Madama la maggior parte dei parlamentari voterà no alla fiducia. Voterebbero contro precisamente almeno 4 tra i 5 principali gruppi parlamentari: M5S, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Se si considerano i 222 deputati del Movimento 5 Stelle, i 125 del Carroccio, i 104 di Fi e i 32 di Fdi il fronte dei contrari alla Camera arriva a 483 voti, su un totale di 630 deputati, ma la maggioranza assoluta dei seggi si raggiunge a quota 316 seggi. Stessa situazione al Senato, dove la maggioranza assoluta si raggiunge con circa 160 voti. I senatori M5S a Palazzo Madama sono 109, i leghisti 58, quelli di Forza Italia 61. Si arriva, considerando solo questi tre gruppi parlamentari, a 228 voti contrari. Il Pd intanto valuta se sia opportuno votare sì alla fiducia o astenersi.

 

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Lo spread oltre i 300 punti

Cottarelli è salito al Quirinale in un momento di particolare tensione sui mercati finanziari, con una nuova corsa dello spread Btp/Bund. In mattinata nel giro di pochi minuti il differenziale tra rendimento dei titoli di Stato decennali italiani ed omologhi tedeschi è balzato oltre i 300 punti base (toccando anche i 320 punti) ed è salito anche il tasso di rendimento dei titoli italiani, oltre il 3%, raggiungendo i massimi dal 2014. A inizio giornata anche il differenziale sui titoli biennali ha sfiorato i 300 punti, con un rendimento superiore al 2%. Alcune ore dopo, poi, lo spread tra Btp e Bund tedeschi si è portato sopra i 280 punti. Segnali negativi anche in Borsa. Piazza Affari, sempre a metà giornata, è tornata a scendere dopo un tentativo di recupero, con l’indice Ftse Mib in calo di oltre il 3%.

 

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Lo scontro con la presidenza della Repubblica

Se resta costante la preoccupazione dei mercati finanziari sul futuro dell’Italia, non si placano nemmeno gli attacchi di parti politiche alla presidenza della Repubblica. Il M5S (che scenderà in piazza il 2 giugno a Roma per la manifestazione ‘Il mio voto conta’) e la Lega continuano ad avere nel mirino il Quirinale, dopo le riserve di Mattarella sulla lista dei ministri presentata da Conte e in particolare dopo il veto del capo dello Stato su Paolo Savona ministro dell’Economia.

 

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«Lo spread oggi è schizzato oltre i 300 punti: non accadeva da 4 anni. Il problema non eravamo noi, non era la nostra squadra di ministri, ma l’incertezza che oggi regna sovrana. Se il Governo del Cambiamento fosse partito, oggi avremmo un governo politico», è il messaggio del capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio lanciato attraverso i social network. «Chiedete a Mattarella», ha detto invece il segretario del Carroccio Matteo Salvini al termine della riunione con i gruppi della Lega a Montecitorio, rispondendo a chi gli chiedeva di commentare lo sfondamento dello spread oltre quota 300. «Fosse per me – ha dichiarato il leader leghista – ci sarebbe un governo in carica. Hanno scelto altrimenti per rassicurare i mercati, non mi sembra ci stiano riuscendo…».

 

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Il totonomi

Nel totonomi per un governo Cottarelli, un esecutivo di servizio, a poche ore dal colloquio del premier incaricato al Colle con Mattarella, sono finite personalità autorevoli. Nella rosa dei possibili ministri: l’ex presidente dell’Istat ed ex presidente dell’Istat ed ex ministro del Lavoro del governo Letta Enrico Giovannini, che potrebbe guidare ancora una volta il dicastero del Welfare; il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, indicato come possibile titolare della Pubblica Amministrazione; l’avvocato ed ex ministro della Giustizia del governo Monti Paola Severino; l’ex prefetto Francesco Paolo Tronca, per l’Interno; il giurista Alessandro Pajno; il giurista e direttore della School of Law della Luiss Enzo Moavero Milanesi, già ministro degli Affari Europei nei governi Monti e Letta; l’economista ed ex rettore dell’Università Bocconi Guido Tabellini, per l’Economia e le Finanze; l’ex presidente della Rai Anna Maria Tarantola; il Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi infrastrutturali e di sicurezza, Riccardo Carpino. Altro nome in pista è quello della diplomatica Elisabetta Belloni.

 

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La data delle elezioni anticipate: ipotesi luglio

Per quanto riguarda la data delle Elezioni Politiche anticipate è stata ipotizzata una guida del paese per il governo Cottarelli fino ad elezioni da svolgersi dopo agosto. Lunedì mattina, nel suo intervento al Quirinale dopo aver ricevuto l’incarico da Mattarella il professore ha parlato di un programma «che in caso di fiducia includa l’approvazione della legge di bilancio e poi preveda lo scioglimento del Parlamento ed elezioni nel 2019». E ha chiarito: «In assenza di fiducia il governo si dimetterebbe immediatamente ed il suo compito sarebbe la gestione dell’ordinaria amministrazione ed accompagnare il paese ad elezioni dopo il mese di agosto». L’ipotesi ritenuta più concreta è sembrata fino a ieri quella del voto a settembre. Si è parlato precisamente della seconda domenica del mese, il 9 settembre, come data possibile per le urne.

 

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(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / QUIRINALE PRESS OFFICE / FRANCESCO AMMENDOLA)

 

Qualcuno ipotizza oggi un voto a luglio. Quello guidato da Cottarelli, ha dichiarato il ministro della Giustizia uscente ed esponente Pd Andrea Orlando «è un governo di servizio che deve avere la massima neutralità e fare un passaggio breve perché credo che le elezioni vadano fissate il prima possibile, se possibile anche prima della pausa estiva di agosto». Nel Partito Democratico il fronte di chi pensa che a questo punto sia meglio andare alle elezioni il prima possibile entro agosto sta crescendo. «Sarebbe utile andare ad elezioni il prima possibile, anche a luglio, se ci fosse una condivisione la più ampia possibile delle forze politiche», è stata invece una dichiarazione dell’esponente Dem Lorenzo Guerini.

Chi è Carlo Cottarelli

Carlo Cottarelli è un’economista molto apprezzato, esperto di conti pubblici, diventato noto anche per l’incarico di Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica che nel 2013 gli è stato affidato dal governo di larghe intese guidato da Enrico Letta. Nato nel 1954 a Cremona, Cottarelli si è laureato in Scienze Economiche e Bancarie all’Università di Siena. Successivamente ha conseguito un master alla London School of Economics.

 

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(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / QUIRINALE PRESS OFFICE / FRANCESCO AMMENDOLA)

 

Negli anni ’80 ha lavorato in Banca d’Italia ad Eni. Per ben 25 anni, dal 1988 in poi, ha lavorato all’Fmi. Nel 2014 è diventato direttore esecutivo nel board del Fondo Monetario Internazionale. Nel 2017 è diventato direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici dell’Università Cattolica di Milano.

(Foto di copertina da archivio Ansa)

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