«Stato Sociale chi? Mica sono come Nek», la soprintendenza blocca così il concerto in piazza a Bologna

22/05/2018 di Redazione

«Chi sono questi dello Stato Sociale? Io non li ho mai sentiti. Non sono mica Gianni Morandi, o Lucio Dalla, o Vasco Rossi, o Nek. Arrivo fino a Nek, che è di Sassuolo… Abbiamo ritenuto che questo concerto non avesse i requisiti. Ma chi sono?» – sono queste le frasi che il Soprintendente dei Beni Culturali di Bologna Andrea Capelli ha rivolto al quotidiano La Repubblica che lo aveva interpellato per chiedere chiarimenti sullo stop del concerto della band arrivata seconda a Sanremo 2018 in piazza Maggiore, previsto per il 12 giugno.

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Stato Sociale Bologna, la polemica con la Soprintendenza

La cancellazione dell’evento era stata resa nota dal sindaco della città Virginio Merola, sostenendo che la Soprintendenza aveva definito piazza Maggiore «inadatta all’evento». Lo Stato Sociale, del resto, era stato invitato pubblicamente a tenere questo spettacolo dallo stesso assessore Matteo Lepore che, sull’onda lunga del successo di Una vita in vacanza al Festival, aveva lanciato l’appuntamento su Facebook.

Contestualmente alla cancellazione del concerto de Lo Stato Sociale, la Soprintendenza aveva negato i permessi per l’installazione di container del Village in via del Guasto, altro evento di punta dell’estate bolognese. Un duro colpo per il cartellone preparato per i cittadini e per i turisti del capoluogo dell’Emilia-Romagna, che la stessa amministrazione comunale fatica a digerire.

Stato Sociale Bologna, le parole di Andrea Capelli

Ora, il sindaco ha annunciato una vera e propria battaglia. Sono già pronte le controdeduzioni da inviare alla Soprintendenza e, se ciò non dovesse bastare, si potrà procedere anche ad azioni legali. Tuttavia, Andrea Capelli ha spiegato anche che, dietro al primo rifiuto dell’ente, c’è anche una questione di metodo: «È la legge che dice che abbiamo voce in capitolo sulle piazze storiche – ha riferito sempre al quotidiano La Repubblica -. Lui piuttosto non può fare conferenze stampa per dire gli affari nostri. Fa male a rivolgersi all’opinione pubblica per farsi dar ragione, con nomi e cognomi, poi. Cosa vuole? Lapidare il Soprintendente? Ma il concerto si farà, stia un po’ tranquillo Merola..».

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