Nella giornata internazionale contro l’omofobia si spacca il mondo Lgbt di Bologna

17/05/2018 di Redazione

Nella giornata internazionale contro l’omofobia, bifobia e transfobia dove il mondo Lgbt dovrebbe mostrarsi compatto, ecco arrivare la spaccatura di Bologna che promette di fare molto rumore.

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Come riporta Il Resto del Carlino, le attiviste del circolo Lesbiche Bologna hanno denunciato di essere state vittime di uno sfratto. Il colpevole, questa volta, non sarebbero le istituzioni bensì l’Arcigay del capoluogo emiliano.

All’origine del diverbio e dell’allontanamento dalla sede storica del Cassero ci sarebbero vedute opposte su un tema delicato quale la maternità surrogata. Volendo semplificare in assoluto le divergenze, il mondo gay sarebbe più favorevole rispetto a quello delle lesbiche.

Paola Concia, storica attivista oggi assessore al turismo del comune di Firenze, ha dato la sua piena solidarietà ad Arcilesbica: “Rifletta il movimento omosessuale italiano, non si fa politica così. Anche se non sposo le istanze più radicali di Arcilesbica ma sono più tiepida nella valutazione della maternità surrogata trovo assurda questa guerra fratricida“.

La versione di Arcigay Bologna, tramite il presidente del circolo del Cassero Vincenzo Branà, non si è fatta attendere:

È una vicenda strumentale, è stata data la colpa ai maschi, ai gay, ma in realtà siamo davanti a uno scontro interno tra due associazioni lesbiche, Arcilesbica e Lesbiche Bologna che è nata da prima e che ha come sfondo l’assegnazione di uno spazio da parte del Comune con un percorso di evidenza pubblica. Le distanze ci sono da anni ma sfido chiunque a trovare una posizione ufficiale del Cassero sul tema: abbiamo 22mila soci e non possiamo professare il pensiero unico

Insomma, la polemica sarebbe tutta interna a Arcilesbica che rappresenterebbe addirittura una minoranza sul tema rispetto al mondo Lgbt e al femminismo in generale.

La vicenda promette di non finire qui.

(Foto credits: Ansa)

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