Orban (che tanto piace a Salvini): «Nemmeno un centesimo ai Paesi che accolgono migranti»

Il leader della Lega Matteo Salvini non esita mai ad esprimere il suo apprezzamento per le idee dell’ultranazionalista premier ungherese Viktor Orban, che non risparmia mai di assumere posizioni radicali in materia di immigrazione. L’ultima roboante uscita del primo ministro riguarda proprio la gestione dei flussi di migranti. Oggi ha annunciato che voterà contro il primo bilancio pluriennale europeo dopo la Brexit, della durata di 7 anni, che propone di legare l’erogazione dei fondi agli standard democratici dei vari Paesi, e che sostiene che gli Stati che accolgono migranti non debbano ricevere alcun aiuto dall’Ue per risolvere il problema.

Orban: niente soldi ai Paesi Ue che accolgono migranti

«I Paesi che accolgono migranti – è stata una dichiarazione del premier ungherese di oggi – devono risolvere il problema con risorse proprie, non devono avere neanche un centesimo dalla cassa europea». Orban ha anche evidenziato che «senza il consenso degli ungheresi» il bilancio pluriennale europeo non passa, perché dovrà essere approvato all’unanimità dai 27 paesi dell’Unione. «Io – ha affermato – non sosterrò un bilancio che prenda dai contadini, o dalla ricerca, dallo sviluppo, dallo sviluppo regionale e dia a paesi che fanno entrare i migranti». La proposta di bilancio 2021-2027 presentata mercoledì dalla Commissione Europea è vista male soprattutto da Ungheria e Polonia, che hanno standard democratici peggiori. Ed è facile precedere che il confronto politico e negoziale sarà molto lungo.

La proposta di bilancio 2021-2027

Il primo bilancio del dopo Brexit prevede un aumento della spesa per la gestione dell’immigrazione affrontata negli ultimi anni dai Paesi dell’Europa meridionale. La proposta ammonta complessivamente a 1.279 miliardi e prevede tagli di circa il 5% ai fondi Ue di coesione e alla politica agricola comune, Pac. Si tratta di un calo significativo per due settori importanti dell’integrazione comunitaria. I Paesi membri, 27 e non più 28, si trovano infatti a dover pagare 22 miliardi in più per coprire i mancati contributi della Gran Bretagna, che lascerà l’Unione Europea il prossimo anno.

(Foto Zumapress da archivio Ansa. Credit immagine: Attila Volgyi / Xinhua via ZUMA Wire)

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