La stazione spaziale cinese Tiangong 1 è caduta sul Pacifico meridionale

02/04/2018 di Redazione

La stazione spaziale cinese Tiangong 1 è rientrata sull’oceano Pacifico. È quanto reso noto dal Joint Force Space Component Command (Jfscc) del Comando strategico degli Stati Uniti. Il rientro nell’atmosfera della Tiangong 1 è avvenuto precisamente alle ore 2.16 italiane sul Pacifico meridionale, secondo i dati rilevati dalla rete di Sorveglianza spaziale che fa capo al Comando strategico Usa e grazie al coordinamento con la sorveglianza attiva in altri Paesi, come l’Italia, accanto a Canada, Australia, Francia, Germania, Regno Unito, Giappone e Corea del Sud. Non ci sono stati danni.

La prima stazione spaziale cinese Tiangong è rientrata nel Pacifico alle 2.16

La prima stazione spaziale cinese ha concluso così la sua storia dopo avere trascorso in orbita 2.375 giorni e 21 ore. Il nome significa Tiangong significa ‘Palazzo celeste’, ‘Tempio del cielo’. La storia della stazione spaziale cinese è stata seguita da telescopi e radar di almeno 12 agenzie spaziali e centri di ricerca di tutto il mondo. Per molti giorni il veicolo spaziale, grande come un autobus e pesante quasi 8 tonnellate, è diventato famoso anche in Italia per il rischio di rientro sul nostro Paese, che è stato sempre molto basso. L’Italia centromeridionale rientrava nella vasta area a rischio compresa fra 43 gradi di latitudine Sud e 43 gradi di latitudine Nord. Solo nella tarda serata di ieri sono arrivati i dati che hanno permesso di escludere il rientro dei veicolo in caduta incontrollata sulla penisola. Il laboratorio orbinale Tiangong 1 fu lanciato nello spazio nel 2011. La messa in orbita inizialmente era stata pianificata per fine 2010, successivamente posticipata. L’Agenzia spaziale cinese comunicò di averne perso il controllo a marzo 2016.

Il rischio minimo per l’Italia

Le ultime ore sono state importanti per restringere la fascia a rischio, compresa fra 43 gradi di latitudine Sud e 43 gradi di latitudine Nord, nella quale continuava a essere presente l’Italia centro-meridionale. Per il nostro Paese gli esperti avevano comunque indicato un rischio minimo. Lo scenario era emerso dai modelli elaborati dagli esperti dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione ‘A. Faedo’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), forniti al dipartimento della Protezione civile. «La percentuale di colpire il nostro territorio è scesa allo 0,1% e di qui alle prossime ore avremo la possibilità di escludere che il territorio italiano venga colpito», aveva dichiarato ieri alla stampa il capo del dipartimento, Angelo Borrelli.

(Foto Zumapress da archivio Ansa. Credit: Liu Chan / Xinhua / ZUMAPRESS.com)

Share this article
TAGS