No, non è per tutti. Come funziona il reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza, una delle promesse elettorali più discusse della campagna elettorale, ha inevitabilmente riconquistato la massima attenzione dopo il successo alle urne dei suoi promotori, Luigi Di Maio e i candidati M5S. Andrebbe fatta però un po’ di chiarezza sulla proposta, visto che, a differenza di quanto pensano molte persone (è emblematico il caso delle numerose e premature richieste arrivate ai Caf di Giovinazzo) accedere al sussidio non è semplice. E non è per tutti.

Come funziona il reddito di cittadinanza

Innanzitutto va precisato che la definizione di reddito di cittadinanza non è corretta, perché sarebbe più opportuno parlare di reddito minimo garantito o indennità di disoccupazione. Il reddito di cittadinanza, almeno in teoria, è un reddito di base che viene erogato a tutti i cittadini indipendentemente dalla loro condizione lavorativa, dal patrimonio, dal tenore di vita e da ogni altra condizione. Quello avanzato dal Movimento 5 Stelle, invece, è pensato per essere concesso e mantenuto entro determinati limiti, a chi non ha un lavoro o guadagna poco.

A quanto ammonta

La proposta è contenuta nel disegno di legge n. 1148 presentato al Senato ad ottobre 2013 da un gruppo di 50 senatori 5 Stelle, prima firmataria Nunzia Catalfo, e stabilisce che il reddito di cittadinanza deve garantire al beneficiario, se single, il raggiungimento, anche tramite integrazione, di un reddito annuo netto calcolato secondo l’indicatore ufficiale di povertà dell’Ue, che per il 2014 è stato quantificato in 9.360 euro annui, pari a 780 euro mensili. La cifra non è irrisoria e cresce se il nucleo familiare ha più componenti. In questo caso i 780 euro vengono commisurati secondo una scala di equivalenza Ocse. Una tabella allegata al ddl indica fino a 1.170 euro per le famiglie di due persone, fino a 1.560 euro se i componenti sono tre, 1.950 euro per un nucleo di quattro persone di età maggiore di 14 anni e così via. Viene chiarito che la misura non può essere inferiore ai 780 euro mensili, che vanno aggiornati secondo l’indice di variazione delle retribuzioni orarie contrattuali.

 

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(Tabella dal ddl n. 1148)

 

I requisiti

Il reddito di cittadinanza immaginato dal Movimento 5 Stelle, dicevamo, non è destinato a tutti indistintamente. Bisogna infatti essere maggiorenni, essere disoccupati o avere un reddito da lavoro o da pensione inferiore alla soglia di povertà. Tra i beneficiari, oltre ai cittadini italiano o di altri Paesi Ue ci sono anche i «soggetti provenienti da Paesi che hanno sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale». I ragazzi tra i 18 e i 24 anni per accedere al beneficio devono aver conseguito una qualifica o un diploma professionale utilizzabile a livello nazionale ed europeo o un diploma di scuola secondaria utile per l’inserimento nel mondo del lavoro, oppure devono frequentare un corso di formazione utile per il conseguimento di una delle qualifiche. Nel caso di studenti tra i 18 e i 24 anni che sono unici componenti del nucleo familiare e che svolgono solo l’attività di studente, il reddito di cittadinanza è dovuto solo se il reddito della famiglia di origine, compreso il richiedente, è inferiore alla soglia di povertà.

Gli obblighi

Il reddito di cittadinanza viene erogato solo per il periodo in cui il beneficiario si trova nelle principali condizioni stabilite come requisiti. Ma l’assegno, aspetto che viene poco considerato, è subordinato anche al rispetto di diversi obblighi. Per ottenerlo bisogna innanzitutto (sono esclusi i cittadini in età pensionabile) dare la propria disponibilità al lavoro presso i centri per l’impiego e intraprendere un percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo. I centri per l’impiego devono prendere in carico i beneficiari del reddito di cittadinanza ed erogare servizi finalizzati all’inserimento. Il beneficiario, secondo la proposta M5S, deve poi: comunicare ogni variazione della situazione reddituale, patrimoniale, lavorativa o familiare che comporti la perdita del diritto all’assegno o la modifica della sua entità; rinnovare ogni anno la domanda di ammissione al beneficio; dare la disponibilità a partecipare a progetti gestiti dai comuni  utili alla collettività, in ambito sociale, culturale, artistico, ambientale, ma sono esclusi coloro che provvedono a dare assistenza a un parente.

Più nel dettaglio, in relazione all’inserimento lavorativo, chi ottiene il reddito di cittadinanza, esclusi coloro che sono in età pensionabile, dopo aver dato la sua disponibilità a lavorare presso i centri per l’impiego deve anche sottoporsi a un colloquio di orientamento, redigere con il supporto di un operatore addetto un piano di azione individuale che è funzionale all’inserimento nel mondo del lavoro, svolgere continuamente un’azione di ricerca attiva del lavoro (quest’ultima dev’essere documentata e non può essere inferiore a due ore giornaliere), recarsi almeno due volte al mese presso il centro per l’impiego, sostenere colloqui psico-attitudinali ed eventuali prove di selezione finalizzate all’assunzione.

Quanto dura

Il diritto al reddito di cittadinanza si perde, sempre nel caso di beneficiari in età lavorativa, in uno di cinque casi: quando non vengono rispettati gli obblighi relativi all’inserimento lavorativo, se si rifiutano durante la disoccupazione più di tre proposte di impiego ritenute congrue e ottenute grazie ai colloqui avvenuti tramite i centri per l’impiego, se si sostengono più di tre colloqui con la palese volontà di ottenere un esito negativo, se si recede dal contratto di lavoro senza giusta causa per due volte nel corso dell’anno solare, se non si rispettano gli obblighi relativi ai progetti dei comuni.

Chi lo paga

Il reddito di cittadinanza secondo la proposta M5S dovrebbe essere erogato dall’Inps, come tutti gli altri assegni  le altre forme di sostegno al reddito e di lotta alla povertà e riscosso presso qualsiasi ufficio postale, in contanti allo sportello, o mediante accredito su conto corrente postale, conto corrente o di deposito o risparmio o su carta prepagata.

(Foto Zumapress da archivio Ansa. Credit: Sonia Brandolone / Pacific Press via ZUMA Wire)

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