Movimento 5 Stelle, trionfo a metà. Per Luigi Di Maio l’incarico è difficile

Il Movimento 5 Stelle è uno dei due grandi vincitori delle elezioni italiane del 2018. Il M5S ha superato largamente il 30%, un risultato che nella storia recente d’Italia era stato ottenuto solo da PdL, un partito coalizione poi scioltosi in poco tempo, e dal PD di Veltroni.

Movimento 5 Stelle, trionfo a metà. Per Luigi Di Maio l’incarico è difficile

Nella storia della Prima Repubblica le percentuali pentastellate erano ottenute solo da Democrazia Cristiana e Pci, i due partiti di massa che hanno dominato l’Italia del secondo dopoguerra. Il trionfo del M5S è stato però parziale. Al Sud i Cinque Stelle sono vicini al 50%, ma nel più popoloso Centronord la percentuale quasi si dimezza. Un risultato così positivo sembra però indicare un trionfo a metà per Luigi Di Maio.

 

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Il capo politico dei Cinque Stelle ha indubbiamente vinto le elezioni 2018 ma l’incarico di formare un governo appare lontano, a meno di provare l’impossibile, cioè un’alleanza con PD e Liberi e Uguali, sempre che la lista di Grasso entri in Parlamento. Sembra davvero improbabile che Matteo Salvini possa rinunciare a far nascere un governo da lui presieduto per sostenere un’intesa coi Cinque Stelle, politicamente molto complicata. Tanto il M5S è forte al Sud, quanto la Lega è al Nord, una divisione territoriale che indica prospettive piuttosto distanti, se non contrapposte.

 

I Cinque Stelle si sono definiti pilastri della legislatura, ma solo un centrodestra lontano di diverse decine di seggi dalla maggioranza assoluta a Camera e Senato renderà vera questa valutazione. Senza contare che gli eletti che Di Maio ha promesso di espellere servirebbero davvero per provare a formare un governo. Ciò però sarebbe possibile solo se il capo politico M5S tradisse quanto detto in campagna elettorale.

 

Il centrodestra guidato da Salvini sarà sicuramente la prima coalizione per percentuali e seggi parlamentari, e non sarà distante dalla maggioranza assoluta.  Sarà decisiva la legge elettorale: il combinato di proporzionale e collegi uninominali ha premiato il centrodestra, mentre il M5S è stato penalizzato dal Rosatellum. Un effetto voluto, che Di Maio ha cercato di mitigare candidando esponenti della società civile non iscritti ai Cinque Stelle. Il M5S, benché abbia percentuali elevate in tutto il Paese, è un movimento molto meridionale, la zona meno popolosa d’Italia. La forza incredibile dei Cinque Stelle rischia di essere una debolezza decisiva.

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