Terremoto Pd in Alto Adige: in 14 lasciano il partito per colpa di Boschi e Bressa

21/02/2018 di Redazione

A 10 giorni dalle politiche, il Pd altoatesino si spacca: 14 esponenti, espressione della minoranza che fa riferimento al presidente del consiglio provinciale Roberto Bizzo hanno annunciato la loro uscita dal Partito democratico. Tra i dissidenti l’assessora bolzanina Monica Franch, l’assessore del comune di Ora Luigi Tava, l’attuale consigliere comunale Mauro Randi e Miriam Canestrini, membro della segreteria provinciale.

A sancire la rottura è stata la «candidatura imposta dall’alto» di Gianclaudio Bressa e Maria Elena Boschi nel collegio Bolzano-Bassa Atesina. «Lascio il partito – ha dichiarato Randi – per coerenza. Nonostante l’impegno del segretario provinciale Alessandro Huber ci siamo trovati due candidature paracadutate. E’ una questione di metodo. Sono venuti meno i principi del confronto e del cambiamento per i quali all’epoca ho aderito al Pd». La minoranza ormai ex Pd ha contestato inoltre l’esclusione della deputata uscente Luisa Gnecchi nella macchina decisionale.

PD ALTO ADIGE, CANESTRINI “NOI PEZZI DI ARREDAMENTO”

Miriam Canestrini , una dei fuoriusciti di Bolzano, ha spiegato in un lungo post i motivi del suo abbandono:

Le decisioni sempre prese altrove, anche ai tavoli delle trattative a cui hanno voluto farmi prendere parte, mi hanno fatto comprendere dal suo insediamento di essere semplicemente un pezzo di arredamento insieme al Segretario e mi ha fatto passare l’entusiasmo e la voglia di lottare per un qualcosa che non mi rappresenta più né moralmente che eticamente in questo Partito. Ho provato a dire molto, sempre ignorata in un luogo costituito per prendere atto di decisioni e non per decidere.

HUBER, SEGRETARIO PD BOLZANO: “SCAPPANO PER I SOLDI CHE DEVONO”

“Solo due di loro devono 40 mila euro al partito e ora scappano?”, riferisce invece all’Huffpost Alessandro Huber, segretario Dem a Bolzano parlando di contributi non versati al Pd da parte di chi in nome del Pd ha incarichi pubblici. “”Questa è gente che ha perso il congresso – dichiara alla testata Huber – Io sono stato eletto segretario a novembre e ho ereditato un disastro dal punto di vista dei conti del partito: abbiamo due dipendenti in cassa integrazione e una grave situazione di insolvenze. Solo Bizzo e Franch devono al partito 40mila euro. Il primo 32 mila, la seconda la parte restante. Versare contributi al partito è regola garantita da un patto tra gentiluomini: ma qui i gentiluomini scappano e il buco resta. Il mio dubbio è che abbiano trovato il pretesto Boschi-Bressa per scappare e non pagare. E sono preoccupato: come faccio a recuperare questi crediti? La loro è una vera e propria infamata a pochi giorni dalle elezioni”

(Foto ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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