Patrizia Cocco, il coraggio di dire basta: è la prima volta dopo l’entrata in vigore della legge sul biotestamento

05/02/2018 di Redazione

I medici di fronte e due testimoni a supporto. Patrizia Cocco, davanti a loro, ha detto no alla ventilazione artificiale che la manteneva in vita. Tra pochi giorni avrebbe compiuto 50 anni, ma ha deciso di non tagliare mai questo traguardo. Affetta da Sla, Patrizia è la prima malata terminale italiana a rinunciare alle cure dopo l’entrata in vigore della legge sul biotestamento.

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BIOTESTAMENTO, LA STORIA DI PATRIZIA COCCO

È successo tutto sabato scorso in Sardegna. Patrizia Cocco era titolare di un’agenzia di viaggi. Dopo che le si erano sbarrate le porte per l’accesso a una cura sperimentale presso l’ospedale Niguarda di Milano, ha dato mandato al suo avvocato di avviare le pratiche per il biotestamento.
Alla donna è stata praticata la sedazione profonda presso l’ospedale di Nuoro, poi sono stati staccati i tubi. A dare una svolta alla sua situazione legale è stata la decisione del Parlamento di attuare – proprio la scorsa settimana – la normativa in materia di testamento biologico.
Patrizia Cocco nello scorso mese di giugno si era rivolta all’Associazione Luca Coscioni – e in modo particolare a Marco Cappato – per richiedere informazioni circa il percorso da affrontare per giungere al diritto di porre fine alla propria esistenza e ad una vita che dopo anni di malattie non riteneva più degna di essere vissuta.
«Si tratta del primo caso reso noto dopo l’entrata in vigore del Biotestamento relativo all’applicazione del consenso informato e l’interruzione delle terapie – ha dichiarato Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni -. La differenza col passato è che grazie a testamento biologico non è ora più necessario affrontare lunghe battaglie nei tribunali per vedere rispettato il diritto fondamentale di decidere l’interruzione di terapie».
(FOTO da Twitter)
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