Il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato arrestato. Dal generale Pappalardo | VIDEO

Fermi tutti. In nome del popolo sovrano, il leader del Movimento di Liberazione Italia, il generale Antonio Pappalardo, ha arrestato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. O almeno ci ha provato. In uno dei suoi deliri politici, l’ex rappresentante dell’Arma ha dato appuntamento ai suoi seguaci per il 23 dicembre scorso in piazza del Quirinale. Una volta lì ha richiesto a gran voce l’arrivo di Sergio Mattarella in piazza. Visto il suo rifiuto, ha deciso di girare il mandato d’arresto a un Ufficiale Superiore dei Carabinieri, per la consegna all’interessato.

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GENERALE PAPPALARDO ARRESTA MATTARELLA, IL COMUNICATO E IL VIDEO

Il tutto annunciato in pompa magna da un lungo post su Facebook e da un video dello stesso generale Pappalardo.

GENERALE PAPPALARDO ARRESTA MATTARELLA, IL DELIRIO DELL’EX RAPPRESENTANTE DELL’ARMA

Ovviamente si tratta di una distorsione completa della realtà. Non ci sono gli estremi per «l’usurpazione di potere politico» di cui viene accusato lo stesso Mattarella. Così come non c’erano gli estremi per l’arresto di altri parlamentari – che Pappalardo ritiene illegittimi – avvenuto, sempre secondo gli esponenti di MLI, nel corso del dibattito sulla legge elettorale in autunno.

A questo proposito, il generale Pappalardo ha ricordato via Facebook: «I procedenti, rilevando la latitanza di Sergio Mattarella, che non ha avuto il coraggio di presentarsi dinnanzi al popolo sovrano, si sono portati presso la Stazione Carabinieri di Roma-Quirinale dove è stato presentato un esposto denuncia per l’arresto immediato dei parlamentari non convalidati e dei governanti abusivi».

È incredibile, tuttavia, come la notizia abbia avuto un discreto seguito sui social network. Il Movimento di Liberazione Italia, infatti, ha circa 15mila seguaci su Facebook e il post con cui Pappalardo annunciava l’arresto di Mattarella ha accumulato quasi 300 condivisioni. Insomma, una nicchia niente male. Peccato che, con queste azioni, si contribuisca ad alimentare il panorama – già decisamente affollato – delle fake news che circolano sulla politica italiana. E in periodo elettorale questo non giova di certo.

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