L’Oms lancia un allarme globale: «Stiamo per restare senza antibiotici efficaci»

21/09/2017 di Redazione

Dall’Organizzazione mondiale della Sanità arriva un allarme davvero inquietante: in pochi anni rischiamo di restare senza antibiotici efficaci. La sperimentazione su nuovi farmaci non procede abbastanza rapidamente e l’emergenza – sottolinea il report dell’Oms diffuso martedì – ha dimensioni globali. Il problema è che con il passare degli anni i batteri diventano resistenti agli antibiotici già esistenti e se non se ne sviluppano di nuovi sarà sempre più difficile combattere le infezioni. L’Organizzazione mondiale della Sanità per questo ha analizzato gli agenti antibatterici che sono ora in fase di sviluppo clinico: solo 8 sono trattamenti innovativi, gli altri sono modifiche di antibiotici già esistenti e rappresentano, quindi, «solo soluzioni a breve termine».

DALL’OMS L’ALLARME SUGLI ANTIBIOTICI: LA RICERCA NON PROCEDE ABBASTANZA IN FRETTA

Non sembra aver fatto passi avanti nemmeno la ricerca per contrastare il trattamento di quelle infezioni resistenti, che l’Oms ha classificato come la più grande minaccia alla salute: tra queste la tubercolosi farmaco-resistente, che uccide ogni anno 250.000 persone. «La resistenza antimicrobica è un’emergenza sanitaria globale che seriamente pregiudicherà i progressi della medicina moderna», ha affermato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Cosa si può fare? «C’è urgente bisogno di maggiori investimenti in ricerca e sviluppo per le infezioni resistenti agli antibiotici, inclusa la tubercolosi, altrimenti saremo costretti a ritornare a un momento in cui le persone temevano infezioni comuni e rischiavano la vita anche per interventi di chirurgia minore», ha aggiunto il vertice dell’Organizzazione.

«Oltre alla tubercolosi resistente – spiega il Quotidiano Sanità – l’Oms ha individuato 12 classi di patogeni prioritari, alcuni dei quali causano infezioni comuni come la polmonite o le infezioni delle vie urinarie, sempre più resistenti agli antibiotici esistenti e che necessitano urgentemente di nuovi trattamenti». Gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno invitato l’Organizzazione mondiale della Sanità a sviluppare un elenco dei patogeni resistenti agli antibiotici a livello globale. Solo in questo modo si potranno evidenziare le priorità di ricerca e sviluppo, ad oggi guidate da piccole e grandi aziende farmaceutiche, sulla base anche di altri parametri. «Le aziende farmaceutiche e i ricercatori devono concentrarsi urgentemente sui nuovi antibiotici contro alcuni tipi di infezioni estremamente gravi, che possono uccidere i pazienti in pochi giorni, perché non c’è alcuna linea di difesa», ha spiegato Suzanne Hill, direttore del Dipartimento di medicinali essenziali presso l’Oms.

OLTRE A NUOVI ANTIBIOTICI, SERVE PREVENZIONE E UN USO MENO SFRENATO IN ALLEVAMENTO E AGRICOLTURA

Per quanto riguarda la tubercolosi resistente, ad esempio, in 70 anni sono stati immessi nel mercato solo due farmaci. Per sconfiggerla – sostiene Mario Raviglione, il direttore del programma globale di tubercolosi dell’Oms – «occorrono urgentemente più di 800 milioni di dollari l’anno per finanziare la ricerca di nuovi farmaci antitubercolari». Un gruppo di Paesi ha da poco impegnato 56 milioni di euro nel Global Partnership per la ricerca e lo sviluppo di antibiotici, istituito dall’Oms e dalla DNDi (Drugs for Neglected Diseases Initiative). Non basteranno solo i nuovi farmaci, però, a risolvere il problema dei batteri resistenti: bisogna aumentare la prevenzione delle infezioni e migliorare l’uso che si fa degli antibiotici esistenti, sia di quelli usati in medicina, sia di quelli usati in agricoltura e allevamento. Più si abusa degli antibiotici e più in fretta i batteri imparano a resistergli.

Foto copertina: ANSA Alejandro A. Alvarez/Philadelphia Inquirer/TNS

 

 

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