Atac: così i 5 stelle possono ignorare 33 mila firme raccolte dai cittadini romani

17/08/2017 di Redazione

Stamane ne parlano due differenti testate, Messaggero e Repubblica Roma. I 5 stelle potrebbero mantenere l’Atac pubblica. Come? Prolungando il contratto di servizio fino al 2024. E la messa a gara dei trasporti pubblici? Aggirata. Per legge, entro fine 2019, i servizi di Tpl dovrebbero andare al miglior offerente.

In Campidoglio – spiega Il Messaggero – è già scattato il countdown per evitare il default della più grande municipalizzata
dei trasporti d’Italia. Lunedì si riunisce il cda per valutare l’ipotesi del concordato preventivo e la ristrutturazione
dei debiti.

Intanto un report interno svela che su alcuni treni della metro A non funzionano le maniglie d’allarme che possono attivare i passeggeri in caso di pericolo. Strumento fondamentale, perché fa accendere una spia rossa sul monitor del macchinista e attiva immediatamente una telecamera che, inquadrando l’area dove è stato segnalato il malfunzionamento, permette al conducente e all’Atac di controllare cosa sta accadendo

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Anche Repubblica Roma parla dell’intervento diretto del Comune sulla municipalizzata da 1,35 miliardi di debito. Parla della strada del concordato in bianco: una volta contattati i giudici del tribunale fallimentare, potrebbero esser i magistrati a chiedere il prolungamento del contratto. Il prolungamento – spiega Repubblica – è l’incentivo per non far scappare chi potrebbe chiedere il fallimento in Atac, i creditori, già in fuga.
Il presidente e direttore generale dell’azienda, Paolo Simioni, dovrebbe tornare già oggi nel quartier generale di via Prenestina. Gli esperti dell’Avvocatura capitolina stanno valutando tutte le conseguenze di un concordato preventivo
o una ristrutturazione del debito. Ma il Campidoglio può aggirare la legge sul trasporto pubblico locale? Sì e lo spiega sempre il Messaggero:

La legge infatti esenta dal ricorso al mercato gli enti che a livello locale controllano società di trasporti in misura predominante, come Atac, partecipata al 100% da Roma Capitale. Il Comune quindi potrebbe confermare l’affidamento
diretto alla sua malconcia municipalizzata, fatto salvo per il 10% del servizio che andrebbe comunque assegnato al
miglior offerente. Per questa quota, il Campidoglio potrebbe dire di avere già indetto le procedure per riaffidare le linee bus periferiche oggi gestite dal consorzio Roma Tpl, che rappresentano circa il 20% del servizio di superficie
della Capitale. Va detto comunque che, per aggirare il bando, l’amministrazione M5S dovrebbe presentare una relazione in cui si sostiene che mantenere il servizio “in house” ad Atac è la scelta più conveniente, sia a livello economico che per la qualità del servizio.

Le 33 mila firme raccolte dai Radicali per un referendum consultivo il prossimo anno sulla mobilità romana dovranno aspettare. Obiettivo primario di “Mobilitiamo Roma” è la messa a gara del trasporto pubblico della Capitale. L’esatto contrario di quello che si starebbe organizzando nella testa dei 5 stelle in Campidoglio. Per salvare la municipalizzata e gli stipendi, in bilico, di migliaia di dipendenti.

(Credit Image: © Andrea Ronchini/Pacific Press via ZUMA Wire)

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