Caso Agnelli, Pecoraro all’Antimafia. Bindi: «Criminalità organizzata arriva anche alla Juventus»

Un deferimento illustre, un processo federale in attesa di essere celebrato il prossimo 26 maggio, una vicenda che non sembra ancora del tutto chiara. Oggi il procuratore della Figc Giuseppe Pecoraro è stato ascoltato per la seconda volta dalla commissione Antimafia sui presunti legami tra il presidente della Juventus Andrea Agnelli e alcuni ambienti della ‘ndrangheta e sul bagarinaggio dei biglietti della squadra bianconera gestito dalla criminalità organizzata.

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Agnelli, deferito dalla Procura federale il 18 marzo scorso, sarebbe stato oggetto anche di intercettazioni telefoniche che avrebbero reso più chiari i suoi rapporti con Rocco Dominello, esponente degli ultrà della Juventus che avrebbe gestito un flusso non regolare di biglietti. Durante quei colloqui telefonici, emergerebbe la conoscenza, da parte del presidente della Juventus, dei rapporti tra Dominello e la malavita organizzata.

LE PAROLE DI PECORARO SUL CASO AGNELLI

«Le mie parole non devono essere travisate – ha detto il procuratore Pecoraro – e io non ho mai accostato il presidente bianconero alla ‘ndrangheta. Anche l’intercettazione di cui si è discusso tanto, potrebbe essere stata frutto di un’interpretazione del pubblico ministero. Detto questo, non escludo che Agnelli possa aver saputo dell’estrazione ‘ndranghetista di Dominello». In ogni caso Pecoraro, pur volendo alleggerire in qualche modo la posizione di Agnelli, parlando anche di «processo mediatico che non fa bene né alla giustizia ordinaria, né alla giustizia sportiva», ha ribadito la sostanza del deferimento e del futuro processo federale. «Io mi occupo della gestione dei biglietti – ha sottolineato – e degli abbonamenti e una cosa è certa: questi sono stati distribuiti da persone legate alla criminalità organizzata. Se in questo c’è da rilevare una permeabilità della società juventina, lo deve stabilire la Commissione Antimafia».

LA POSIZIONE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA SUL CASO AGNELLI

Commissione Antimafia che, in base alle parole della presidente Rosy Bindi, ha pochi dubbi in proposito: «Abbiamo capito – ha affermato la Bindi – che le mafie, in Italia, riescono ad arrivare vicine ad ambienti come quello della Juventus. E questo a noi basta e avanza». Per avere un quadro ancora più chiaro della situazione, comunque, anche Andrea Agnelli verrà ascoltato dalla Commissione, probabilmente nei primi giorni di maggio e sicuramente prima del processo federale. Poi, le indagini proseguiranno acquisendo le testimonianze del capo della Polizia Franco Gabrielli, del presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio e dei dirigenti di alcune società che militano nel campionato di serie A.

(FOTO Massimiliano Ferraro/Pacific Press via ZUMA Wire)

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