La generazione 500 euro dei giovani italiani

Disoccupazione giovanile

,il dramma di centinaia di migliaia di ragazzi che sono costretti alla scelta tra il precariato, lo star a casa e lavori pagati così poco che la generazione 1000 euro è diventata la generazione 500 euro. Il quotidiano svizzero TagesAnzeiger ha intervistato tre ragazzi a Milano, disoccupati e ormai rassegnati a una vita dove è impossibile progettare il futuro.

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE ITALIA

– L’ultimo report dell’Istat sul nostro mercato del lavoro è stato positivo, ma la disoccupazione giovanile continua a rimanere un problema drammatico del nostro Paese. Il tasso che rileva la percentuale di giovani tra i 15 e i 24 anni senza lavoro è sopra il 40%, quasi il doppio rispetto alla media dell’eurozona. In nessun altro Stato membro dell’unione monetaria c’è una differenza così marcata tra il tasso di disoccupazione e quello relativo alla disoccupazione giovanile. Al Sud poi le cose sono particolarmente drammatiche, con una percentuale che supera il 60%. I NEET, le persone che non studiano, non lavorano né svolgono formazione professionale, sono circa 3 milioni e mezzo. Sono numeri da catastrofe sociale: la situazione per i giovani italiani era grave prima della crisi, e ha assunto tratti drammatici dopo la doppia recessione degli ultimi anni. Un fortunato libro di qualche anno fa, Generazione mille euro, raccontava la vita dei giovani italiani alle prese con le difficoltà di una vita autonoma, non garantita dai contratti a progetto o interinali da circa mille euro al mese. Ora, rimarca TagesAnzeiger, il principale quotidiano svizzero di qualità, le difficoltà per i ragazzi e le ragazze italiane sono diventate così grosse che si può parlare di generazione 500 euro. Quella degli stage, diventati unica opportunità professionale per molti giovani usciti dall’università, e non più inizio di una carriera lavorativa.

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DISOCCUPAZIONE GIOVANILE RACCONTI

– TagesAnzeiger ha intervistato a Milano tre giovani italian: Luca Gargiulo, Mariacristina Di Iorio e Davide Ianni. Tutte e tre sono senza occupazione fissa. Luca Gargiulo è del 1990, e dopo una laurea in mediazione linguistica, con un corso in arabo fatto all’università di Londra, ha svolto uno stage da 400 euro, in nero e non registrato, a un centro culturale di una città marocchina, ha lavorato come dogsitter, alla reception di un Bed&Breakfast a Roma, cameriere in un ristorante messicano di Londra, e cassiere per un negozio di cibo per animali, oltre a lezioni private di lingue straniere. Mariacristina Di Giorgio ha due lauree, in biotecnologie sanitarie e lingue straniere, ma dato che è senza lavoro vive dalla sorella, impiegata presso il Comune di Milano. Lavora gratis come babysitter per non pagare l’affitto. Davide Ianni ha 27 anni, studia Scienza della comunicazioni e ha fondato un progetto artistico che gli garantisce entrate per 500 euro al mese. Vive ancora con sua mamma, visto che se dovesse pagarsi un affitto potrebbe vivere solo sotto un albero. Anche Luca Gargiulo vive con un suo parente, lo zio, come capita ai due terzi degli italiani sotto i 34 anni. Una delle percentuali più alte d’Europa, con centinaia di migliaia di giovani costretti a vivere con i genitori alla luce dell’impossibilità di pagarsi vitto e alloggio con costanza.

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE SENTIMENTI

– Luca Gargiulo rimarca la delusione provata dopo esser uscito dall’università, quando si è accordo che nessuno apprezzava le competenze durante la carriera scolastica. Un economista italiano, Francesco Pastore, ha rimarcato in uno studio della Fondazione Friedrich Ebert come in nessun Paese UE sia così così difficile passare dalla scuola o dall’università al lavoro come in Italia. Per moltissimi giovani in ricerca di lavoro l’unica speranza è lo stage, diventato negli anni non un tirocinio propedeutico all’inizio di una carriera professionale, ma solo un periodo temporaneo di collaborazione pesantemente sottopagata. La generazione 500 euro, appunto. Luca Gargiulo racconta con lucidità le sue disavvenute negli stage, evidenziando come ormai si debbano “baciare le mani se si viene presi come tirocinanti. E se ti colpiscono nel sedere, non si può urlare”. Mariacristina Di Iorio ha inizato a lavorare come stagista, a 400 euro al mese, per 6 mesi alla reception di un hotel. Per Gargiulo i giovani non possono pianificare il futuro, ma solo vivere alla giornata. Di Iorio pensa che sarebbe stato meglio diventare una parrucchiera, piuttosto che fare l’università. Anni di paghe bassissime hanno trasformato il risparmio in un’ossessione. La generazione 500 euro è low cost per necessità, e ha sviluppato una dipendenza per le offerte, dei supermercati come dei negozi di abbigliamento o per i viaggi. Sempre col pensiero di cosa si debba rinunciare per comprare qualcosa di nuovo. Luca Gargiulo descrive così i sentimenti della sua generazione. “ I giovani non hanno più un sogno collettivo di un Paese migliore, perché ognuno sogna solo individualmente di riuscire a farcela, prima o poi. E tutti conoscono qualcun altro a cui va sempre peggio”.

Photocredit: ANNA MONACO/AFP/GettyImages

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