Roma, Mafia Capitale lucrava su rom e migranti: “Meglio della droga”

Roma, la Mafia Capitale di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi lucrava su rom e migranti come business principale dell’organizzazione criminale parzialmente smascherata e sgominata ieri con 37 arresti e 40 indagati a piede libero, nell’ordinanza fortemente voluta dal procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e sostenuta dal Giudice per le Indagini Preliminari che ha firmato i provvedimenti.

MEGLIO DELLA DROGA – “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati?”, chiede Buzzi al telefono con la sua assistente Piera Chiaravalle: “Non c’ho idea, no”, risponde; “Eh, il traffico di droga rende meno”, risponde Buzzi, alla guida dell’impero delle cooperative Eriches-29 giugno con sede a Pietralata: “Noi quest’anno abbiamo chiuso con quaranta milioni di fatturato ma tutti i soldi, gli utili li abbiamo fatti sui zingari, sulla emergenza alloggiativa e sugli immigrati, tutti gli altri settori finiscono a zero”. Il grande business di Buzzi parte in concomitanza delle Primavere Arabe e dell’emergenza migranti: una dazione da 35-40 euro a migrante o nomade al giorno, nelle tasche dalla cooperativa, con l’unico problema, ricorda il Fatto Quotidiano, che rimane quello della tempistica dei pagamenti del comune: un bilancio permanentemente in rosso, tanto che Buzzi convince chi di dovere a stornare 17 milioni di euro destinati ai minori della città, che si dovranno, letteralmente, “attaccare al cazzo”.

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SAI CHE SUCCEDEVA? – Bisognava premere, fare lobbying, contattare le persone giuste, come quando Buzzi e Carminati si interfacciano con Angelo Scozzafava, direttore del dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della Salute del Campidoglio (ritenuto dagli inquirenti “remunerato” costantemente dall’organizzazione criminale”), protagonista dell’ampliamento del campo nomadi di Castel Romano, gestito dalle cooperative di Buzzi e nel quale era implicato anche il clan dei Casamonica con il quale la “quinta mafia romana” dialogava per ottenere che il clan di etnia sinti facesse “da mediatore culturale”. Ma purtroppo per Buzzi e Carminati “il Campidoglio non ha un euro in cassa” e allora l’esponente regionale della destra Luca Gramazio – definito da Carminati “l’amico mio in comune” –  si attiva: “Se non sarvamo quella roba dei nomadi, sai che succedeva?”, chiede Antonio Lucarelli, caposegreteria del sindaco Gianni Alemanno, in un’intercettazione.

CINQUANTA E CINQUANTA – Luca Odevaine, già nello staff di Walter Veltroni, siede al tavolo provinciale del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati: da lì è in grado di, prima di tutto, aumentare il numero dei richiedenti asilo nell’area romana, ed è poi in grado di smistare il flusso degli arrivi nei centri di accoglienza “suggerendo’ soluzioni e favorendo le imprese a lui amiche”. Non mancano accordi con altre realtà della solidarietà a Roma: “Per controllare l’accoglienza degli stranieri, Buzzi avrebbe avuto un accordo «al 50/50», ovvero per dividersi a metà tutti gli appalti, con la rete dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone, network di coop cattoliche in cui rientra anche Domus Caritatis”. Tiziano Zuccolo, referente della Cooperativa Bianca, parlava con Buzzi e diceva: “Dividiamo da buoni fratelli”; parole riportate dall’Espresso che riporta la vittoria da parte delle cooperative di Buzzi, di un bando europeo per l’accoglienza da “234mila e 400 euro, di cui 130 direttamente da Bruxelles e gli altri dallo Stato”.

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