Gasparri all’attacco dell’assegno sociale agli immigrati over65

Maurizio Gasparri va all’attacco dell’assegno sociale in favore degli immigrati over 65 residenti in Italia: si chiede se sia ancora opportuno in un «momento di grave e perdurante crisi economica e in tempi di spending review» spendere 327 milioni di euro all’anno per quei vitalizi e denuncia la «truffa» degli stranieri che «arrivano in Italia con la scusa del ricongiungimento familiare» allo scopo di «’rubare’ la pensione all’Inps». È quanto emerge in un’interrogazione parlamentare al vetriolo che il senatore di Forza Italia ha presentato negli ultimi giorni a Palazzo Madama, indirizzata al presidente del Consiglio e ai ministri dell’Economia e degli Esteri per sollecitare «debiti controlli su tutto il territorio nazionale» e «sfatare – quindi – il mito del vitalizio in favore degli stranieri».

 

Vertice Pdl presso Villa San Martino ad Arcore residenza di Silvio Berlusconi

 

LA «TRUFFA PER ‘RUBARE’ LA PENSIONE» – Gasparri, in particolare, sostiene che la truffa degli immigrati ultrasessantacinquenni è un fenomeno molto diffuso nel nostro paese lamentando che «l’unico requisito richiesto dalla legge per ottenere tale assegno è la residenza effettiva e abituale sul territorio nazionale». «In Italia – scrive il senatore nell’interrogazione a premier e ministri – sono 55.930 gli stranieri ultra sessantacinquenni che godono dell’assegno sociale; la prassi è molto semplice: ogni immigrato, che ha ottenuto la residenza con l’istituto del ricongiungimento familiare, perché in età avanzata per lavorare, ha diritto a vedersi versato dall’Inps un sussidio di 5.880 euro all’anno; tutto ciò si traduce in 327.190.500 euro che ogni anno l’Italia spende per garantire la pensione agli stranieri troppo avanti con l’età per il mercato del lavoro; l’imbroglio, a giudizio dell’interrogante, nasce laddove lo straniero, che giunge nel nostro Paese con la scusa di riunirsi ad un proprio parente, ottiene la residenza, si appropria della pensione e si rimette in volo per tornare da dove è venuto, omettendo di comunicarlo allo Stato; in tale maniera si assicura un vitalizio a persone che per la maggior parte si sono trattenute in Italia appena il tempo necessario per una stretta di mano con i presunti parenti».

«È NECESSARIO SPENDERE 327 MILIONI DI ASSEGNI?» – Stando a quanto riferito da Gasparri, l’assegno sociale si aggira intorno ai 487 euro al mese, è destinato a circa il 7% degli immigrati in possesso di un regolare permesso di soggiorno (55.930 stranieri su complessivi 799mila), e rappresenta un introito allettante per uno straniero considerato il basso costo della vita nei paesi d’origine. «In Albania – si legge nell’interrogazione – un insegnante guadagna in media 200 euro al mese». Dunque, le richieste del senatore al governo: sapere «se vengano effettuati i debiti controlli su tutto il territorio nazionale per sfatare il mito del vitalizio in favore di stranieri non realmente residenti in Italia», sapere «se in questo momento di grave e perdurante crisi economica e in tempi di spending review sia ancora necessario elargire 327.190.550 euro all’anno di assegni sociali in favore degli stessi», e sapere se «se la rete consolare esistente all’estero non possa giocare un ruolo chiave nell’identificazione degli stranieri venuti in Italia per assicurarsi l’assegno sociale e poi rientrati subito nel Paese d’origine».

I REQUISITI INPS – Come giudicare questa iniziativa? I dubbi di Gasparri circa la possibilità di truffe sono probabilmente legittimi, considerando i fatti di cronaca che hanno smascherato stranieri che hanno ingannato l’Inps (lo stesso senatore cita il caso di una cittadina albanese beneficiaria del vitalizio ma assente dal territorio italiano), ma risulta certamente avventata la richiesta di mettere in discussione l’intero importo dell’assegno sociale agli immigrati. Questo innanzitutto perché i truffatori, fino a prova contraria, rappresentano una minima parte dell’intera pattuglia di decine di migliaia di beneficiari dell’assegno. In secondo luogo perché, come spiega bene il sito dell’Inps, l’assegno non è destinato semplicemente (come lascia intendere semplicisticamente Gasparri nella sua interrogazione) agli immigrati che hanno residenza effettiva e abituale in Italia. L’assegno sociale, che «prescinde del tutto dal versamento dei contributi e spetta ai cittadini che si trovino in condizioni economiche disagiate», è destinato agli ultrasessantacinquenni comunitari e stranieri extracomunitari titolari di carta di soggiorno o permesso di soggiorno CE, che hanno soggiornato legalmente in via continuativa in Italia per almeno 10 anni e sono sprovvisti di reddito. Un po’ più del «tempo necessario per una stretta di mano con i parenti» Insomma, la questione (al di là dei ricongiungimenti familiari fittizi)  forse è un po’ troppo complessa per chiedere di far calare la scure.

(Fonte foto: archivio LaPresse)

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