Come volevasi dimostrare: Apple Intelligence non arriverà (per ora) in Europa
Fin dall'annuncio, erano emerse perplessità sulla conformità con i regolamenti europei
29/06/2024 di Redazione Giornalettismo
Le perplessità si erano rincorse fin dall’annuncio: Apple Intelligence è conforme alle attuali leggi europee sui mercati e servizi digitali? La risposta ufficiale – almeno di una parte – arrivata due settimane dopo: per il momento, l’intelligenza artificiale di Apple non arriverà nel Vecchio Continente. Per il momento, la Commissione Europea non ha acceso un faro su questa vicenda e ad annunciare il rinvio del piano di aggiornamento (inizialmente previsto per l’autunno di quest’anno) è stata la stessa azienda di Cupertino. E se nel resto del Mondo molte delle funzioni AI arriveranno con l’arrivo degli aggiornamenti iOS 18 (per iPhone), iPadOS 18 (per iPad) e macOS Sequoia (per Mac), in Europa questo non accadrà. E non è detto che avverrà mai.
Apple Intelligence non arriverà, per ora, in Europa
Apple ha messo le mani avanti, sostenendo che il problema è rappresentato dai paletti stringenti del Digital Markets Act e quel principio di interoperabilità che – secondo Cupertino – metterebbe a rischio la privacy degli utenti. Ma è davvero così? In parte, visto che sembra essere più una mossa figlia di una tensione geopolitica/commerciale legata all’imminente sanzione che la Commissione UE sta per rendere effettiva nei confronti della “Mela” a causa delle Commissioni non rimosse (ai sensi proprio del DMA) per gli sviluppatori terzi sull’App Store. Dunque, problemi precedenti e riflessi sul presente e futuro.
Nel frattempo, Apple prosegue dritta e pensa al resto del Mondo, dove i Regolamenti sui mercati e servizi digitali hanno le maniche molto più ampie. Notizia delle ultime ore è quella legata alla trattativa con Meta per portare anche Meta AI su tutti i dispositivi. Un nome che si potrebbe aggiungere a quello di OpenAI (con ChatGPT integrato in Siri con iOS 18) e a quelli di Google (con Gemini), Anthropic e Perplexity. Gli iPhone, dunque, “rischia” di diventare un aggregatore di intelligenze artificiali. E pensare che il suo punto di forza era produrre tutto (o quasi) indipendentemente dagli altri.